La street art protagonista della ripartenza, tanti artisti e tante curiosità su questo mondo
La riqualificazione delle città passa dalla street art: dai murales che abbelliscono le città a quelli che lasciano a bocca aperta
Lasciamo da parte per un attimo i graffiti sulle caverne del paleolitico: la street art per come la conosciamo oggi nasce a New York tra gli anni ’50 e ’60, quando alcuni artisti iniziarono a scrivere sui muri in segno di protesta. Nell’immaginario collettivo comune, infatti, la street art viene spesso erroneamente collegata ad atti di vandalismo, che sporcano e rovinano i muri con le cosiddette “tag”, ossia le firme che i writer lasciano come segno di riconoscimento per marcare quel territorio. Da tempo la street art ha abbandonato la strada del vandalismo e ha riversato la voglia di comunicazione e di rivalsa nella creazione di veri e propri murales, considerati opere d’arte.
Oggi si sente sempre più spesso parlare di ripartenza. Anche l’arte ha voglia di ripartire e lo sta dimostrando. Sono anni che questa forma d’arte viene utilizzata anche per la riqualificazione urbana. Molti artisti, anche giovanissimi, vengono chiamati per riqualificare zone urbane realizzando opere su muri o palazzi che rappresentino le tradizioni e le caratteristiche della città o del quartiere, sia in centro che in periferia. Per quest’ultime l’obiettivo è anche sociale: inclusione per tutti coloro che vivono in zone periferiche.
Ripartenza, appunto: la più grande opera di riqualificazione urbana attraverso la street art è proprio di questi ultimi mesi e riguarda 18 comuni delle Madonie, le montagne della provincia di Palermo, che ha visto coinvolti 39 street artist. Tutte le opere riguardano il patrimonio culturale del territorio e ogni aspetto che lo caratterizza. Inoltre, i disegni rappresentano a pieno ogni artista che vi ha preso parte, che ha interpretato il lavoro secondo la propria sensibilità.
I murales che ti faranno rimanere a bocca aperta
Questa forma d’arte riesce sempre a stupire: nel mondo, infatti, ci sono tantissimi murales che hanno dell’incredibile, quasi da non crederci! A Londra esiste un vero e proprio isolato dove le facciate di otto palazzi sono diventate le tele degli street artist: basta fare una visita nel quartiere di Leyton, il primo ad essere completamente ricoperto da murales. Tra le opere che stupiscono non poteva mancare Banksy, forse il più celebre street artist al momento nel mondo, la cui opera più grande non è stata realizzata su un muro, bensì su un camion di 17 tonnellate, nei suoi primi anni di attività. Banksy, ancora sconosciuto, incontrò il fondatore di una compagnia circense e iniziò il suo murales sul camion, considerato oggi una vera e propria opera d’arte, tanto quanto quelle nei musei.
Anche l’Italia, però, si è distinta sotto questo punto di vista: a Torino esiste il primo murales realizzato interamente da droni. Esatto, niente bomboletta, scale e artisti sotto al murales, ma solo quattro robot volanti che per due giorni hanno lavorato alla realizzazione di questa opera utilizzando vernice completamente ecologica. Rimanendo in tema green, a Roma è stato realizzato il primo murales antismog: è il più grande d’Europa e la vernice è in grado di “mangiare” le particelle di smog che sono presenti nell’aria. Si chiama Hunting Pollution ed è stato creato per sensibilizzare i cittadini sulle tematiche green.
Un ruolo molto importante oggi lo hanno senz’altro i social: sempre più artisti pubblicano i loro lavori e riescono ad arrivare ad un più ampio pubblico, affermando volta per volta la street art come vera e propria forma d’arte e facendo vedere anche alle nuove generazioni come si può intraprendere questa carriera, facendolo diventare un vero e proprio lavoro.
Intervista su RTL 102.5 News a Massimo Sirelli
Uno tra gli street artist italiani conosciuti tramite i social è Massimo Sirelli. Intervistato su RTL 102.5 News (vedi qui l’intervista a Massimo Sirelli), ci ha parlato della sua ultima opera “la scala dell’amore”, realizzata nella sua città natale a Sellia Marina (Cz), e del suo lavoro. “Credo che il lavoro artistico debba esprimere l’ego dell’artista, però a un certo punto tutto ciò non mi bastava più. Sentivo che dovevo dare un valore in più e questo l’ho trovato quando la mia arte ha trovato senso per la socialità!” Ai giovani che vogliono iniziare questo percorso dice: “È importante non improvvisare, lavorare sodo, essere leali e sinceri verso se stessi e la propria passione, questo porterà a raggiungere comunque l’obiettivo”.