Cantautore e musicista, classe ’93: è Lucio Corsi, il nostro ospite telefonico in Collettivo Zeta! Apriamo l’intervista ascoltando “Trieste”, il terzo singolo estratto dal suo nuovo album di inediti “Cosa faremo da grandi?”.
Come va? “Tutto bene! Sono in maremma in questo momento. La quarantena l’ho trascorsa qui, dopo l’ultimo concerto a Roma mi trovavo già in questo posto. Milano? Non mi trovo benissimo, perché sono nato e cresciuto in campagna. Palazzi e vicini di casa non sono per me”. Parliamo di “Trieste”. C’è una cosa che ci ha colpito molto, hai detto che questo disco contiene 2259 parole, quasi come a significare che ogni parola per te ha un peso. “Si, assolutamente, le parole sono degli strumenti da usare nelle canzoni”. Dicci la verità: ma davvero le hai contate tutte le parole? “Si, mi sono messo lì e le ho contate. L’ho fatto quando stavo riscrivendo i testi”. In onda ascoltiamo “Freccia Bianca”, ed anche in questo videoclip spicca il look particolare di Lucio Corsi. E’ molto innamorato del glam rock anni ’70 e prende ispirazione da lì. “Si esatto, mi porto dietro questa passione per il look da quando ero piccolo. Quotidianamente mi vesto più o meno nello stesso modo. Mi vesto bene anche per il pubblico, perché quando ci sono i concerti c’è un appuntamento tra musicista e fan e questo per me è molto importante. Una canzone deve essere portata sul palco in modo adatto, completamente, anche per quanto riguarda il look”. In questa canzone c’è molto del tuo rapporto tra Maremma e Milano. “Quello è un viaggio che conosco bene, il freccia bianca. E’ l’unico diretto dalla Maremma a Milano. Freccia Bianca è, però, un nome riferito ad uno spirito indiano. Ovviamente è una cosa autobiografica, un’esperienza che mi è successa. In quella canzone parlo delle differenze che sento da quando sono in città a quando sono nella Maremma”. Tu dici di celebrare le partenze e non i punti di arrivo. In che senso? “La canzone parla proprio di questo. Di un possibile modo di vivere dove non si festeggiano i traguardi, ma le partenze. E’ un qualcosa che mi porto dietro da sempre, secondo me è il modo giusto di vivere serenamente”. In onda ascoltiamo “Cosa faremo da grandi”, la prima traccia della tracklist dell’omonimo album. La storia di questa canzone ci colpisce: ti sei molto ispirato alla natura. “Si, ovviamente, ciò che circonda la persona è ciò che le ispira a scrivere. Mi sono immaginato questi artigiani di conchiglie che dopo il grande lavoro avrebbero buttato in mare il loro prodotto… insomma”. Siamo curiosi di chiederti chi nella musica, magari qualche collega o qualcuno che si occupi di arte, ti ha fatto un commento che hai particolarmente apprezzato, o magari anche un consiglio. “Uno scrittore di poesie mi disse un giorno che ciò che scrivevo era per bambini, ovvero per tutti. Mi piacerebbe scrivere un libro di poesie, ma per scrivere un libro devi saperlo fare. Non puoi improvvisarti scrittore, per ora no”.
GIOCHIAMO A: CORSI IN CORSIA
Anche per Lucio Corsi è arrivato il momento di giocare con Diego Zappone e Simone Palmieri! Sappiamo che sei appassionato di motori, quindi ti faremo qualche domanda. Un po’ come tornare a scuola guida! Se parliamo di pistone, stiamo parlando di un oggetto che serve al volante, motore o lunotto posteriore? “Al motore ovviamente!” Quante marce ha una Tesla? 5, 6 o 1? “Non lo so. E’ elettrica, quindi deduco una”. Di che colore è la spia del freno a mano? Gialla, rossa o nera? “Dovrebbe essere rossa”. Quante frecce contiene il cartello rotondo blu che indica una rotatoria in prossimità: 3, 2 o 5? “Non mi ricordo… mi sembra tre” In che anno nacque la prima Ferrari 360 Modena: 2004, 1999 o 1970? “Non mi intendo di Ferrari”. Limite massimo di velocità consentito su qualsiasi autostrada è di 150 km orari. E’ vero o falso? “E’ falso!” Bravo Lucio!
LE MIE PREFERITE
In onda ascoltiamo le preferite di Lucio Corsi in questo momento. Tra queste, troviamo: “Capita così” di Brunori SaS, “Luna Araba” di Colapesce, Dimartino e Carmen Consoli, “Assenza” di Gianna Nannini e “Marmellata N 25” di Cesare Cremonini brano del 2005, scelto perché “è una canzone per me importante”. Grazie Lucio per aver condiviso con noi così tanto! Ti aspettiamo in diretta ai microfoni di Radio Zeta!