Alla scoperta di “Un poema per le piccole cose”, una storia che parla di destino: ne parliamo con l’autrice Alice Berti

Un racconto itinerante, che ci porta a esplorare il mondo ma anche noi stessi, alla ricerca di risposte che forse sono sempre state lì

A volte sono meccanismi impercettibili a muovere tutto. O forse siamo noi a convincercene, e tanto basta. È un po’ questa la filosofia alla base di “Un poema per le piccole cose”, il nuovo graphic novel di Alice Berti pubblicato da Bao Publishing. Un’avventura ad ampio respiro che ci ha presentato l’autrice stessa.

“Un poema per le piccole cose”: di cosa parla questo graphic novel?

Un poema per le piccole cose” parla di due ragazze coreane (Salut e Xin-Yeon) che rappresentano due poli opposti della società. Vivono differenze sociali e privilegi molto diversi, e l’unica cosa che hanno in comune sembra essere il fatto che entrambe vogliono togliersi la vita, nel momento in cui si incontrano per la prima volta. Ci proveranno tre volte senza successo, ed ogni volta finiranno per incontrarsi. Così cominceranno a pensare che forse è il destino ad averle fatte incontrare, decidendo poi vivere un'avventura insieme: imbarcarsi in un tour mondiale (una di loro è una K-pop idol). Un viaggio per cercare di salvare un pianeta che sembra essere sull’orlo del collasso. Durante questo viaggio scopriranno molte cose, su se stesse e sul mondo che le circonda.

SCELTE NARRATIVE, TRA AMBIENTAZIONE E PLOT

Come mai la scelta di ambientare la storia in Corea?

La Corea è un Paese che mi affascina molto per le sue contraddizioni. Era il luogo perfetto per trattare tutti i temi che fanno da sfondo alla mia storia. Le forti disparità sociali, la difficoltà di essere donne e appartenere alla comunità LGBT+, la forte cultura dell’apparenza. Sono tutte cose che in Corea sono ancora molto vive e contemporanee, una cosa che anche qui in Italia ancora abbiamo. Ma che lì sono esacerbate da una storia e da un popolo che per molti anni, dopo la dittatura conclusasi negli anni ‘80, ha lavorato duramente per riprendersi. Con un salto economico enorme che però purtroppo ha lasciato indietro tutto quello che riguardava i diritti umani.

Ci sono tanti temi importanti che vengono toccati nel libro. Tra questi uno attualissimo, quello del cambiamento climatico, che in sostanza è anche (se vogliamo) l’innesco per gli eventi che portano agli eventi di cui si legge nella storia…

I temi che tratto nelle mie storie sono sempre tanti e tutti collegati tra di loro. In questo caso il cambiamento climatico e la fine del mondo sono solo il punto di partenza, la motivazione che spinge i personaggi ad agire. Mi sono domandata come poteva essere la vita di due persone che non vogliono più vivere nonostante si sappia già che la fine è imminente per tutti. Era una contraddizione interessante e questa idea mi ha portato a sviluppare poi la storia principale, che in fin dei conti, come dice il titolo stesso del libro, sarebbe l’importanza nel cercare la felicità nelle piccole cose di ogni giorno.

Il resto, come la Corea, la storia d’amore LGBT+ e la ricerca di un’identità anche in questo ambito, erano un contesto necessario per caratterizzare i personaggi e motivare le loro azioni. Ma anche qui ovviamente ho voluto inserire temi a me cari, per poterne parlare a un pubblico più ampio.

ALLA RICERCA DI SE STESSI

Si parla anche poi di come le regole “etiche e morali” della società possano ingabbiare gli esseri umani...

Certo! Alla fine è tutto collegato, proprio come nelle nostre vite. È innegabile che una persona con più privilegi (soldi, status, ecc.) abbia un certo tipo di pensieri, rispetto a qualcuno che invece deve fare fatica ogni giorno per rimanere a galla. Chiaramente poi i problemi e le disparità si possono verificare anche in caso di estremo privilegio (come lo è nel caso di una delle due protagoniste, Salut), e mi interessava proprio esplorare questa dinamica. Se sei privilegiato dal punto di vista economico ma sei parte di una minoranza, quanto si può davvero dire che sei privilegiato? E cosa succederebbe se la persona di cui ti innamori fosse proprio parte di quella società che causa i tuoi problemi? Da qui è nata la mia scelta di creare due personaggi così contrapposti. È una dinamica che ho già usato anche nei miei libri precedenti, “Calipso” e “Neon Brothers”. In Neon Brothers è meno preponderante, ma in Calipso ho voluto creare un personaggio principale moralmente grigio per lo stesso motivo. Mi piace esplorare quale sia il punto di contatto tra etica e moralità e quanto a volte il confine possa essere labile con i concetti opposti.

A chi parla questo graphic novel? Avevi in mente un pubblico preciso a cui rivolgerti?

Quando ho scritto “Un Poema Per le Piccole Cose” ho pensato a che tipo di storia avrei voluto leggere da adolescente. Ho aggiunto tanti elementi, anche piccoli, per questo motivo. Avrei voluto vedere rappresentati più personaggi che mi somigliassero sotto tanti aspetti diversi, che si muovessero in una storia che mi intrattenesse, ma senza annoiarmi, che fosse una storia d’amore romantica, colorata pop e divertente, ma che mi offrisse anche temi importanti su cui riflettere. Quando scrivo penso sempre a cosa piace a me in primis come lettrice. Mi auguro che questo libro capiti nelle mani di tutte le persone, adolescenti o adulti, che in qualche modo ne hanno bisogno.

SGUARDO AL FUTURO

È già in cantiere una nuova storia?

Sì, ci sto già pensando da un po’, non riesco proprio a stare senza scrivere, è più forte di me! Sto rimettendo mano ad un’idea molto vecchia, che parla in maniera un po’ fantastica della mia adolescenza, ma che non sentivo di avere le capacità giuste per raccontare prima. La mia idea è un cambio di direzione totale rispetto ai miei libri precedenti, vediamo se andrà in porto o meno (e sopratutto se ora sarò in grado di affrontarla come desidero) solo il tempo ce lo saprà dire.

E allora non ci resta altro da fare che attendere che i tempi siano maturi, pronti a tuffarci in una nuova avventura ricchissima di spunti super.

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