Biancaneve, domani nelle sale il nuovo live action della Disney. A cosa servono questi film?
Una riflessione su una delle controversie più gettonate degli ultimi anni: ha senso rivisitare le vecchie narrazioni?
Le storie, quelle scritte veramente bene e che trattano tematiche universali, non invecchiano mai. Anzi, a distanza di anni, possono tornare utili per leggere la realtà, per comprendere meglio ciò che ci circonda e, in alcuni casi, influenzare positivamente i nostri comportamenti. Ciò che invece può invecchiare e perdere lucentezza nel tempo, è la forma adoperata per raccontarle, e quindi il modo che può variare a secondo dell’epoca. Parlando di film, anche se molti cinefili potrebbero avere difficoltà ad accettarlo, è innegabile che una storia raccontata con i canoni della cinematografia degli anni 40 o 50, apparirà datata per un occhio di oggi, abituato all’estetica patinata dei social. Spesso, tra le giovani generazioni, si diffonde il credo che un film “in bianco e nero” sia più difficile da digerire rispetto a uno “a colori”, non tanto per una questione visiva, ma soprattuto perchè la narrazione o lo stile di messa in scena delle pellicole di 70/80 anni fa, non può essere minimamente paragonata agli standard attuali dove c’è un ritmo e un passo molto più dinamico e veloce.
NUOVA TECNOLOGIA, VECCHIE STORIE
Proprio per questo, è abbastanza difficile che un bambino o una bambina nati negli ultimi 10 anni abbiano veramente visto (e soprattutto apprezzato) “Biancaneve e i sette nani” del 1937 o “La Sirenetta” del 1989. Non per le storie che questi cartoni animati raccontano ma, come si diceva prima, a causa della forma filmica. Da quando questi cartoon sono usciti, tante cose sono cambiate nel linguaggio dell’animazione. Le rivoluzioni tecnologiche e le evoluzioni narratologiche degli ultimi anni fanno sembrare terribilmente obsoleta quella tipologia di "cartone animato". E questo la Disney lo ha capito bene. Infatti, nasce proprio da tale consapevolezza la voglia di prendere le storie più belle dello studio e restaurarle per renderle contemporanee. Non a caso si utilizza il live action (gli attori in carne e ossa) e la CGI (computer grafica) come strumenti per svecchiare quelle narrazioni e renderle appetibili ai giovanissimi. Esattamente come si ristrutturano le abitazioni o i monumenti a distanza di anni, la Disney si comporta allo stesso modo con i suoi film migliori, per non lasciarli impolverare nella soffitta solo per i nostalgici e cinefili più incalliti, ma per farli vivere una nuova vita.
I REMAKE DISNEY, TOP E FLOP
Certo alcuni di questi remake riescono nell’impresa titanica di preservare quella tradizione passata pur fondendo insieme alcuni stilemi tipici della contemporaneità (“Il libro della Giungla” del 2016 o anche “Alice in Wonderland” del 2010) ma in altri casi l’operazione appare più che altro una banale mossa di mercato priva di anima e di ingegno (“La sirenetta” del 2023).
Ovviamente, per rendere l'operazione ancora più accattivante e per calare queste storie nell’epoca in cui viviamo, si cerca di adattarsi anche alle nuove esigenze socio culturali, provando quindi ad essere più inclusivi verso quelle minoranze sottorappresentate, oppure innestando alcune riflessioni politiche come integrazione, razzismo, democrazia, pacifismo, femminismo e molto altro. Nulla di sbagliato anche se si continua a vederne il marcio. In fondo da sempre (e probabilmente per sempre) qualsiasi storia narrata sul grande schermo, tra i colori e le simpatiche gag, nascondeva qualcosa di più alto e complesso, inserito dentro un circo pop divertente che fosse quindi in grado di arrivare a tutti.
Proprio “Il libro della giungla” diretto da Jon Favreau è l’esempio più interessante: se infatti nel cartoon originale del 1967 si raccontava una storia dove l’integrazione tra due culture diverse non era possibile (Mowgli non poteva restare con gli animali ma era “costretto” a tornarsene tra gli umani), nel live action del 2016 quella commistione di culture non solo era possibile ma veniva illustrata come metafora di speranza per la costruzione di un futuro diverso.
Ma quale sarà il futuro dei live action? Riusciranno ancora a convincere il pubblico? Se infatti fino a qualche anno fa incassavano veramente tanti soldi, oggi è diventato sempre più difficile. Non a caso per Biancaneve si teme il flop al botteghino. Ma è anche vero che ad oggi il trailer del remake di Lilo e stitch (in uscita a maggio) ha segnato il record di visualizzazione sui canali social della Disney. Staremo a vedere.
