Sorrentino, un Leone d'argento
Dopo 10 giorni di film, passerelle e tanto glamour, sabato 11 settembre la Mostra d’arte cinematografica 2021 ha chiuso i battenti, assegnando il Leone d’oro a “L'Evénement”,di Audrey Diwa. Ma nella cerimonia di premiazione della rassegna cinematografica uno dei protagonisti assoluti è stato Paolo Sorrentino, il regista che con "La mano di Dio" si è aggiudicato il Leone d'argento – Gran premio speciale. Lo stesso film è riuscito a conquistare letteralmente la giuria presieduta dal regista coreano Bong Joo-ho, tanto da ricevere anche il premio Mastroianni al miglior attore esordiente per l’interpretazione di Filippo Scotti.
Il discorso, tra lacrime e risate
"Sono leggermente emozionato" ha detto commosso Paolo Sorrentino, ricevendo il premio, per poi ringraziare la moglie che “mi sopporta da 20 anni". Poi scherzando ha continuato: "A chi mi dice ma perché fai un altro film con Toni Servillo, io dico: guardate dove sono arrivato facendo i film con Toni Servillo".
Dopo le risate in sala per la battuta, sono arrivate le lacrime, l'emozione che Sorrentino ha provato ringraziando il suo produttore Nicola Giuliano: "Devo ringraziare quelli che mi hanno accolto da ragazzo, Antonio Capuano e Umberto Contarello, ma soprattutto il mio primo produttore e il mio più caro amico Nicola Giuliano" ha detto, fermandosi con la voce rotta e le lacrime agli occhi.
Il regista ha infine concluso il suo discorso di premiazione ricordando "due scene che nel film non ci sono: un sogno che non ho fatto, un ometto di 1,60 metri su un campo di calcio che vi ringrazia, che si chiama Maradona e che ci crediate o no questo è il più grande premio che voi possiate ottenere, cioè che Maradona vi ringrazia. E poi, nel giorno del funerale dei miei genitori il preside della mia scuola mandò solo una rappresentanza di quattro compagni di classe e non tutta la classe e io ci rimasi malissimo, però questo non ha più importanza perché oggi è venuta tutta la classe, che siete voi.”
La trama del film
A vent’anni dal suo film d’esordio "L’uomo in più", il regista premio Oscar torna a Napoli per una pellicola speciale. Il film, definito dallo stesso Sorrentino il più intimo e personale, racconta proprio la sua storia, quella del giovane Paolo, interpretato dall’attore Filippo Scotti che veste i panni di Fabietto. Sorrentino ci fa osservare l’adolescenza attraverso i suoi occhi. Tra gioie, dolori e tragedie in una Napoli complicata degli anni Ottanta.
Con un post su Instagram, il regista ha presentato a suo modo l’ultima opera:
“Da ragazzi, il futuro ci sembra buio. Barcollanti tra gioie e dolori, ci sentiamo inadeguati. E invece il futuro è là dietro. Bisogna aspettare e cercare. Poi arriva. E sa essere bellissimo. Di questo parla È stata la mano di Dio. Senza trucchi, questa è la mia storia e, probabilmente, anche la vostra”.
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