Dente, pseudonimo di Giuseppe Peveri (Fidenza, 28 febbraio 1976), è un cantautore e musicista italiano. Il suo nome d'arte è un soprannome datogli da suo zio quando aveva tredici anni. Inizia la sua carriera come chitarrista fino al 2006, quando decide di intraprendere una carriera da solista, esordendo con il disco Anice in bocca.
A questo primo lavoro seguono Non c'è due senza te (2007), L'amore non è bello (2009), vincitore del Premio Italiano della Musica Indipendente per il miglior album, Io tra di noi (2011) e Almanacco del giorno prima (2014). Nel 2020 ritorna sulle scene con Dente, album omonimo che segna per l'artista una maturazione musicale e un cambio di sonorità rispetto al passato.
Oggi in Collettivo Zeta è venuto a trovarci Dente!
Bentrovato come stai? Stavamo parlando di sport, che rapporto hai?
“Non lo conosco”
Hai da poco terminato il tour, su Instagram hai detto di essere disoccupato?
“Si, spero per non molto tempo. Adesso mi fermo un po’ con gli eventi live”
Come hai vissuto quest’ultimo anno e mezzo? Si poteva e doveva fare di più?
“Sicuramente, ma adesso è arrivato il momento per fare scacco. Abbiamo il green pass e tutti gli strumenti necessari per riaprire”
Ci hai portato la musicassetta, un ritorno alle origini?
“Si la musicassetta tornerà, vinile e cassettina saranno il futuro…il cd è morto. Io ho cominciato a ascoltare musica con la cassetta da piccolino"
Da ascoltatore preferisci ascoltare musica dalla cassetta, dal vinile o dal pc?
“Vinile, cassetta, computer..se devo fare una classifica”
Fuori di me: una canzone che si interroga sulla vita e la morte, tra realtà e finzione e poi si butta sul divano
“Quando l’ho scritta pensavo a voler scomparire e riapparire per 2 giorni o un mese”
Cosa ci ha lasciato questa pandemia?
“Ci ha cambiati e a me ha fatto capire che la vita è fragile, una sola…Ho capito che il mondo non ha confini, questo virus ci ha tolto i confini”
Secondo te è un problema culturale non accettare certe cose?
“Purtroppo si”
Due anni fa dicevamo, ne usciremo migliori o peggiori da questa pandemia?
“Diversi”
Il video come è stato realizzato?
“Da Uolli, un regista pluripremiato. Lui ha stampato 1000 fotografie a mano con le forbici e le ha rifotografate con degli sfondi dietro facendo lo Stop motion”
Come si collega il significato del video al testo della canzone?
“Ti manda fuori”
C’è Qualcosa che ti manda fuori di te?
“La stupidità”
C’è un game che si chiama FUORI DI ME
Abbiamo pensato a certe situazioni che ci fanno imbestialire:
Sul tram una signora anziana che cerca un posto a sedere ma nessuno si alza…che fai?
“Mi alzo”
Temporale improvviso?
“Mi piace”
In taxi il tassista parla sempre?
“Mi manda fuori di me”
Fan che non capisce una tua canzone per la quale hai perso mesi di notti insonni
“Non me la prendo”
Lo shopping?
“Lo evito”
Organizzare una partita di calcetto?
“Organizzare una cena per esempio mi piace”
Twitter?
“Dipende, alcune volte si”
Grande fratello?
“Non lo seguo”
La canzone scelta da Dente (Song of life) è MALAMORE di Enzo Carella
“Mi piace parecchio”
Domande dei fan
Fabiana: Come ti senti ad ascoltare un tuo disco a distanza di anni?
“Non lo faccio mai”
Con ‘Fuori di me’ sei tornato alle origini con l’uso della chitarra?
“SI, poi ho chiesto a Golpe di produrla nel modo più bizzarro possibile”
E’ tutto suonato alla fine?
“Si anche i synth si suonano”
Cosa ci aspettiamo per il futuro?
“Non lo so”
Ti piace la radio?
“Si molto”
Grazie Dente, ospite oggi in Collettivo Zeta su Radio Zeta!