Dragon Ball compie 40 anni, andiamo alla riscoperta di un manga che ha fatto la storia tra passato, presente e futuro
Mille e più sfumature per un universo narrativo esplorato in tantissimi modi, dai manga agli anime, passando per videogiochi, lungometraggi e tanto altro
Dire “Dragon Ball” vuol dire spalancare un vero e proprio universo multimediale. Perché quando si dice Dragon Ball si dice manga, certo. Ma si dice anche anime, videogiochi, lungometraggi cinematografici, trading cards, figurine, action figure e chi più ne ha più ne metta. Si tratta probabilmente di uno dei franchise legati al mondo dell’intrattenimento più potenti in assoluto, a livello globale. Merito di personaggi di spessore, in grado di accaparrarsi il favore (o l’odio, nel caso dei villain) del pubblico, e di sequenze d’azione – a base di combattimenti – dall’altissimo tasso di spettacolarità.
Certo, guardando al passato fa specie pensare che quella di Dragon Ball sia un’avventura partita ben quarant’anni fa. Era il mese di novembre del 1984 quando Akira Toriyama – il compianto sensei scomparso nel mese di marzo di quest’anno – portava per la prima volta al cospetto del pubblico giapponese la sua creatura. Precisamente sul numero 51 della rivista giapponese Weekly Shonen Jump. Il primo capitolo di una lunghissima serie che terrà i lettori con lo sguardo incollato alle pagine per numerosi anni. E oggi andiamo proprio alla riscoperta di un universo fatto di tante storie, e che non ha alcuna intenzione di smettere di espandersi.
C’ERA UNA VOLTA, IN UNA GALASSIA LONTANA LONTANA…
Per il titolo del paragrafo abbiamo preso in prestito l’intro di Star Wars, un grande classico della cinematografia. Perché di base è lì che siamo, nell’ambito dei grandi classici e delle storie Kolossal.
L’epopea di Dragon Ball, come detto poche righe fa, è partita dal mondo dei manga. Da quel primo capitolo del 1984 che ha fatto da apripista a tutte le vicissitudini successive dei guerrieri Saiyan, in un susseguirsi di saghe raccolte in 519 capitoli, pubblicati fino al 1995. È in quell’anno che poi Goku e compagni arrivarono in Italia grazie a Star Comics, casa editrice che da quel momento in poi diviene detentrice dei diritti di pubblicazione nel nostro paese.
E nel corso del tempo numerose sono state le edizioni che hanno permesso a lettori di tutte le generazioni di recuperare uno dei capisaldi assoluti del genere manga. L’ultima, in ordine temporale, è la “Dragon Ball Ultimate Edition”, una versione di pregio – arrivata al 32esimo numero di 34 – con copertine cartonate e sovraccopertina che si guadagna di diritto un posto nelle librerie più prestigiose. È proprio qui che si possono recuperare le storie classiche dei personaggi, quelle che hanno scritto la storia e che restano impresse nella memoria dei fan di lunga data.
Si tratta ovviamente di quelle saghe che hanno fatto la fortuna della trasposizione in formato anime. Un appuntamento imperdibile all’ora di pranzo per tanti piccoli spettatori, nel periodo a cavallo della fine degli anni 90’ e dei primi anni 2000, e che ora è possibile recuperare su Prime Video.
DRAGON BALL, UN UNIVERSO IN CONTINUA ESPANSIONE
Passano gli anni e un franchise come quello di Dragon Ball cerca nuove strade per espandersi, rispettando ovviamente quelli che sono stati i precedenti trascorsi narrativi. Un qualcosa che avviene in diversi modi.
Il primo è con Dragon Ball Super, un ciclo di storie inedite che si ricollega al finale della saga di Majin Bu (quella attualmente in corso di pubblicazione con la Ultimate Edition di cui sopra, ndr) e che mette nuova carne al fuoco per vecchi e nuovi appassionati. Un progetto nato dall’unione d’intenti del Sensei Akira Toriyama e Toyotaro, e che dal giugno del 2015 porta avanti nuove linee di trama con oltre cento capitoli all’attivo.
Interessante anche il nuovo progetto intitolato “Dragon Ball SD”, che vuole riproporre le storie classiche in un’edizione rivista, corretta e… “super deformata”. I personaggi del franchise rivivono in una versione differente rispetto a quella che si è soliti conoscere, ma non per questo meno di spessore. Un modo per avvicinarsi a lettori di tutte le età e stuzzicare i fan di lungo corso.
DRAGON BALL E LA MULTIMEDIALITÀ
Tra le tante sfumature che permeano l’universo di Dragon Ball non mancano interessanti derive che vadano oltre il formato cartaceo e quello audiovisivo. Se da un lato, come accennato in precedenza, esiste la possibilità di rivivere ancora oggi le saghe classiche e quelle contemporanee, dall’altro è bello vedere come l’innovazione non si fermi.
E la prova arriva su Netflix con “Dragon Ball Daima”, un nuovo snodo molto interessante (narrativamente parlando) delle avventure di Goku e compagni che prende posto, nella cronologia del franchise, in seguito alla fine della saga di Majin Bu. Analogamente, quindi, a quanto avviene anche con Dragon Ball Super.
E che dire poi del mondo dei videogiochi? Sarebbe impossibile rendere onore a tutte le trasposizioni videoludiche, e quindi ci concentreremo su quelle più recenti, che meglio restituiscono il feeling di manga e anime. Di qualche annetto fa, ma sempre molto attuale per qualità del lavoro, è "Dragon Ball Z Kakarot", titolo che riprende le narrazioni della serie con l’aggiunta di scenari inediti. Più recente – è uscito nello scorso mese di ottobre – “Dragon Ball Sparking! Zero”, videogioco facente riferimento alla serie che in Europa è maggiormente conosciuta com “Budokai Tenkahichi”. E anche qui non manca la possibilità di rivivere gli scontri e le battaglie che hanno fatto grande il franchise, con l’aggiunta di interessanti “What if…”.
Dove ci porterà in futuro Dragon Ball? Una domanda a cui è impossibile rispondere. Quello che è certo è che il compianto Akira Toriyama ha lasciato un’eredità pesante e al contempo bellissima. Starà ai suoi successori saper mettere a frutto le idee del Maestro e aggiungere i giusti ingredienti per nuove grandiose storie.