L’estate, per quanto sia agli sgoccioli, è la stagione dei libri gialli sotto l’ombrellone. O, per i videogiocatori, dei titoli con misteri da risolvere. E, in quest’ultimo caso, Emio L’uomo che Sorride: Famicom Detective Club, casca a fagiolo.
A distanza di oltre venticinque anni dal precedente capitolo – se si escludono le riedizioni dei predecessori – torna un franchise che ha fatto la storia in Giappone. E finalmente ne travalica i confini, portando anche in Europa un videogioco che farà la gioia di chi ama confrontarsi con enigmi e rompicapi. Il titolo, d’altronde, è una sorta di chiamata all’azione per tutti gli aspiranti investigatori.
MISTERI E LEGGENDE METROPOLITANE
Quali sono gli ingredienti di Emio L’Uomo che Sorride: Famicom Detective Club? Innanzitutto c’è il mistero, con un caso di omicidio che innesca tutta una serie di meccanismi narrativi. Dall’ombra del passato che si proietta sul presente – il richiamo a tre casi analoghi avvenuti diciotto anni prima – alla possibilità di essere al cospetto di un assassino che è nasce da una leggenda metropolitana: l’Uomo che Sorride, una entità che, di fronte a una giovane persona in lacrime, gli promette un sorriso eterno.
Tutti elementi da cui si partirà e che i giocatori dovranno tenere in considerazione nel corso delle proprie indagini. Domande, osservazioni e formulazione di ipotesi saranno gli strumenti nelle mani di chi cercherà di arrivare a capo dell’indagine. Un caso di certo non semplice, ma forse proprio per questo molto stuzzicante.