Euphoria, il disagio esistenziale della Generazione Zeta alla disperata ricerca di identità

Arriva su Sky la seconda stagione del Teen Drama, che vede ancora Zendaya come protagonista alle prese con il racconto feroce e spietato dei teenager

Dopo l’inatteso successo riscontrato dalla prima stagione, torna il fenomeno Euphoria, serie nata dalla mente creativa di Sam Levinson e prodotta dal marchio HBO, che vede come protagonista l’attrice del momento Zendaya. Euphoria si inserisce nel filone audiovisivo del cosiddetto Teen Drama: quel particolare genere che mette in scena la vita quotidiana degli adolescenti alle prese con gli ormoni e le difficoltà di diventare adulti.

La trama di Euphoria

Prima di addentrarci nelle novità di questo secondo atto narrativo, facciamo un ripasso della trama raccontata nella prima stagione.

Al centro degli otto episodi c'è Rue (Zendaya), una ragazza di diciassette anni che dopo un periodo di riabilitazione a seguito di un'overdose torna alla sua quotidianità, continuando comunque a fare uso di sostanze stupefacenti. Attorno a lei ruotano molteplici personaggi, a cui ad ognuno è riservato un episodio dove, attraverso il racconto in prima persona della stessa Rue, ne conosciamo il passato, i segreti e le paure.

La serie ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui un Premio Emmy alla miglior attrice in una serie drammatica vinto da Zendaya.

Nei nuovi episodi in onda su Sky Atlantic e in streaming su Now Tv, ritroviamo tutti i personaggi della prima serie, riprendendo le fila della narrazione dove l'avevamo lasciata tre anni fa. Rue, la fragile protagonista appena uscita dall’ennesimo percorso di riabilitazione, è ancora intenta a lamentarsi per essersi lasciata con la ragazza di cui è innamorata. Durante la festa di Capodanno, che apre di fatto la seconda stagione, Rue conosce un ragazzo di nome Eddie con il quale ricomincerà a drogarsi in attesa di ritrovare l’amore perduto.

I numeri di Euphoria

I dati sembrano aver premiato il debutto della serie, che potrebbe confermare l’affetto da parte dei giovanissimi e non solo. La première di Euphoria 2, infatti, ha raggiunto 2,4 milioni di spettatori negli USA. Un numero oltre nove volte superiore rispetto alla prima puntata della prima stagione e quasi quattro volte superiore al finale della prima stagione. È il miglior debutto mai registrato da una serie di HBO su HBO Max dal lancio del servizio streaming. Anche in Italia, dove il fenomeno è più ristretto, la serie registra numeri interessanti, soprattutto sui social.

Il ritratto crudo di una generazione allo sbando

Cruda, violenta, spietata, cattiva e a tratti persino nauseante. Ancora una volta, e ancora di più, Euphoria squarcia il velo dell'ipocrisia che spesso finisce per edulcorare le narrazioni teen e ci mette di fronte ad una verità scomoda e complicata da digerire. A metà tra Sex Education e Skam, la serie tenta di fotografare l’adolescenza senza filtri e senza mezze misure, incolpando, forse, gli adulti completamente assenti, colpevoli di aver abbandonato i loro ragazzi.

Ma la cosa ancora più affascinante, è una forma filmica smagliante e sublime, con un'estetica curata nei minimi dettagli e una regia virtuosa e creativa che apporta toni poetici e sinuosi in contrapposizione allo squallore disgraziato dei protagonisti.

Insomma, Euphoria è riuscita ancora una volta a coniugare forma e sostanza narrativa come nessun’altra serie del suo genere prima, elevando al massimo grado di rappresentazione artistica i teen-drama, riscrivendo completamente le regole e soprattutto, raccontando la deriva di una generazione alla disperata ricerca di qualcosa a cui aggrapparsi.


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