A distanza di sette anni, l’esperimento di Guerrilla Games in campi diversi da quelli sparatutto in prima persona torna in salsa rivista e corretta
Il 2017 è stato un anno particolarmente importante per il mondo dei videogiochi contemporanei, e l’Horizon Zero Dawn Remastered di cui parliamo oggi è stato una delle perle che si è aggiunta allora al firmamento videoludico. Un titolo importantissimo già solo pensando al team di sviluppo alle spalle del progetto, quel Guerrilla Games già responsabile di Killzone.
In quel caso si parlava di FPS, sparatutto in prima persona, mentre con Horizon Zero Dawn si passa al mondo dei videogiochi d’azione con forti elementi RPG. Un banco di prova ostico e che presentava non poche insidie, che però gli sviluppatori hanno affrontato a spalle larghe e petto in fuori. Sorprendendo tutti in maniera (forse anche inaspettatamente) convincente. E quanto è bello sbagliarsi, in questi casi.
UN PO’ PREISTORIA, UN PO’ FANTASCIENZA
A distanza di sette anni, e con un salto generazionale compiuto nel mentre (da PS4 a PS5), Horizon Zero Dawn Remastered ritorna sulla scena con una edizione rivista e corretta. Una revisione che mira a incrementare ancor di più, qualora ce ne fosse stato bisogno, una qualità grafica eccelsa già all’interno dell’originale. Ma procediamo per gradi, andando alla (ri)scoperta del videogioco di Guerrilla Games. Per chi magari nel 2017 era troppo piccolo per approcciarvi.
Si tratta di un action RPG che si sviluppa in un mondo post apocalittico molto atipico. Le rovine della civiltà precedente sono state spodestate dalla natura, che ha ripreso il sopravvento, scaraventando i sopravvissuti in uno stato di arretratezza dal sapore e dall’organizzazione tribale. La tecnologia non è sparita del tutto, anzi: in Horizon Zero Dawn si assiste a una coesistenza molto particolare tra esseri umani e macchine, con queste ultime che di fatto compongono la fauna (robotica) delle ambientazioni di gioco. Un po’ cavalli, un po’ bisonti e un po’ dinosauri, sapranno essere alleati o potranno essere avversari da battere nel corso dell’avventura.
IL VIAGGIO DI ALOY CONTINUA
Un ecosistema di gioco vivo e pulsante tutto da esplorare vestendo i panni della protagonista Aloy, in un viaggio di scoperta e di presa di coscienza relativamente a tante cose del mondo che la circondano. Che appaiono in un modo e che, invece, finiscono per risultare tutt’altro. Uno dei grandi punti di forza di Horizon Zero Dawn Remastered, così come per il titolo originale, è il comparto tecnico. Con la riproduzione dei personaggi, delle loro movenze e delle loro espressioni facciali che offrono un elevatissimo grado di fotorealismo. Un fattore che avvicina emotivamente i videogiocatori ad Aloy, vista la difficoltà a restare impassibili durante le sequenze cinematiche. Con il tutto che crea un legame empatico molto forte.
Ecco che quindi i momenti topici dell’avventura vengono vissuti con una intensità che solo pochi altri giochi hanno saputo regalare. A questo si aggiunge un sistema di crescita della protagonista ben bilanciato, con gli elementi da RPG che funzionano in maniera convincente e ci permettono di avere gli strumenti giusti per affrontare le avversità. Nulla è lasciato al caso e l’amalgama che viene a crearsi spinge a vivere appieno il mondo di gioco circostante. Anche semplicemente per cacciare o raccogliere materiali senza focalizzarsi sulle missioni, principali o secondarie che siano
Un lavoro di scrittura e di modellazione poligonale che viaggiano di pari passo, con nessuna delle due che prevale sull’altra. E a vincere è chiaramente la qualità finale del gioco, omogeneo in ogni sua forma. Ecco che quindi, a sette anni di distanza dal suo esordio originale, Horizon Zero Dawn Remastered offre nuovi pretesti per tornare a viaggiare assieme ad Aloy. Sia che siate veterani navigati, sia che siate aspiranti cacciatori di bisonti meccatronici alla loro prima esperienza.