“(I Wanna Live Like) Common People”, il graphic novel a base di superpoteri con riferimenti metaforici alla realtà che viviamo

Una storia ad ampio respiro quella orchestrata da Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso: andiamo dietro le quinte del processo creativo con l’autore

Le ultime settimane, complice il Lucca Comics & Games 2024, è stato ricco di fermento per quanto concerne le uscite sul fronte delle grandi storie a fumetti. La kermesse toscana rappresenta una vetrina importantissima per il settore, e arrivare all’appuntamento è uno dei grandi obbiettivi degli autori e degli artisti internazionali.

Non solo fumetti provenienti da fuori confine però quelli che meritano attenzione, con il panorama italiano che si sta dimostrando sempre più un punto di riferimento anche per i lettori esteri. E tra le opere presenti all’interno delle mura della città toscana la giusta attenzione la merita “(I Wanna Live Like) Common People”, di Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso, edito da Panini Comics. Un fumetto che spinge a riflessioni importanti, come ci ha svelato lo stesso Marco Rizzo nell’intervista che segue.

SUPERPOTERI VUOL DIRE SUPEREROI?

Marco, questo è un graphic novel a base di super poteri che però non ha super eroi: di cosa parla “(I Wanna Live Like) Common People”?

"Non ci sono veri e propri super eroi, in questa storia, perché ad avere potere sono persone comuni. Con le loro esigenze, i loro difetti, la loro quotidianità. “(I Wanna Live Like) Common People”, infatti, parla di un mondo dove i poteri sono accessibili semplicemente acquistando un chip. Più si è disposti a pagare, più quel potere sarà figo o utile. Ne scaturisce un mondo dove avere dei poteri è necessario, ad esempio, per lavorare o per integrarsi nella società, ma dove resiste un pugno di reietti che per le ragioni più varie rifiuta i chip, autoescludendosi. Il nostro fumetto si concentra proprio su di loro: gli emarginati, gli outsider, e proprio per questo coloro che sono, alla fine, davvero speciali."

Siamo di fronte a una storia di fantasia, ma sono concetti tanto lontani da quelli che potrebbero concretizzarsi nel tempo?

"Quando io e Lelio abbiamo cominciato a ragionare su questa storia, ormai quattro anni fa, ricordo che Lelio mi raccontò di avere letto delle idee di Musk sul potenziare il cervello umano attraverso dei chip, come narrato in alcuni classici della fantascienza. E da tempo ormai si parla di tecnologie “smart” direttamente integrate nel nostro cervello, una connessione con l’utente persino maggiore rispetto agli smartwatch o gli occhiali…"

Possiamo fare un parallelismo con la situazione che si sta vivendo sul fronte dell’argomento IA? Come i superpoteri, è un qualcosa che crea iniquità ed è pericolosa se maneggiata senza cautela…

"Certo, anche se forse le conseguenze sulla società di un certo uso dell’IA - quella generativa in particolare - sono ancora più subdole. Penso ad esempio alla facilità con cui ai possono generare e diffondere oggigiorno immagini fake. E non parlo di quelle con Donald Trump che cavalca un gattino o del papa che fa della breakdance, ma di immagini che potrebbero incriminare qualcuno. Sono strumenti che possono anche influenzare il voto o il sentimento di una nazione e anche la libertà di scelta è uno dei temi sottotraccia nel volume."

C’è una teoria che mi ha sempre molto affascinato, quella della “rana bollita” che si gode il benessere del calore della pentola finchè non è troppo debole per saltare fuori. È quello che accade anche in “(I Wanna Live Like) Common People”?

"Non proprio, perché i nostri protagonisti non godono della loro situazione e riescono a trovare la spinta per reagire. Forse, però, tutti gli altri si adeguano ed è come dici tu."

UNA STORIA CHE PARLA PER METAFORE ANCHE DEL PRESENTE

Quella affrontata in questo graphic novel è una tematica sicuramente calda, e il parallelismo con le comodità che ormai fanno parte della vita di tutti i giorni (smartphone e connettività, per dirne due) è dietro l’angolo…

"Credo che anche inconsciamente dentro questa storia abbiamo inserito tanti parallelismi. Il tema della connettività si collega a quello dell’iperlavoro, di come per molti - in particolare i freelance come me e credo te - essere iperconnessi significhi essere sempre al lavoro, non staccare mai. Ed è ciò che viene sempre più richiesto dalla nostra società capitalista, che si regge su un circolo vizioso di produzione e consumi.

Un altro tema che abbiamo inserito, non tanto tra le righe, è quello della proliferazione delle armi. Se chiunque può avere poteri può averli anche un malintenzionato e ciò porta alle forze dell’ordine ad adeguarsi. Se nel mondo reale non mancano i casi di "police brutality" con i dibattiti che me conseguono, figurarsi un mondo dove un poliziotto può incenerirti con lo sguardo o leggerti la mente.

Ho iniziato a pensare a questa storia intorno all’omicidio di George Floyd, nel 2020, e la prima immagine che mi era venuta in mente era proprio quella di un uomo nero che veniva freddato dalla polizia perché esibiva dei super poteri… solo per poi scoprire che erano poteri innocui. È la prima scena che ho scritto ed è quella con cui si apre il volume. Man mano che andavo avanti nella scrittura sono continuate le varie influenze dalla realtà sulla stesura della sceneggiatura, come l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021, momento storico gravissimo che - prevedo - verrà presto fatto dimenticare."

Tags