Il Misterioso Papero del Giappone arriva in fumetteria, con Daw andiamo dietro le quinte del volume sul personaggio protagonista sui social

Una raccolta di strisce umoristiche, condite dallo stile action irriverente: questi sono soltanto alcuni degli aspetti di un personaggio tutto da scoprire

Il panorama delle uscite legate al mondo dei fumetti guarda orai sempre di più a ciò che accade sul fronte dei social. Numerosi gli autori che, nel corso degli anni, hanno legato a filo doppio la propria carriera alla pubblicazione di strisce a fumetti su piattaforme come Instagram. È il caso di Daw, artista che proprio negli ultimi giorni è arrivato in libreria con il volume dedicato a “Il Misterioso Papero del Giappone”, edito da GigaCiao.

E noi lo abbiamo raggiunto per capire un po’ come nasce il personaggio e quali potrebbero essere i risvolti in chiave futura.

IL MISTERIOSO PAPERO DEL GIAPPONE, ALLA SCOPERTA DEL PERSONAGGIO DI DAW

Prima di andare dietro le quinte del volume, farei una domanda essenziale. Come e quando è nata l'idea che ha portato poi alla creazione del personaggio e quali sono, se ce ne sono, le tue fonti di ispirazione?

"Il papero nasce come uno dei personaggi delle strisce che stavo facendo online. Non c'era una priorità su un personaggio o l'altro, l'idea era fare tanti personaggi pazzi. Quindi è nato semplicemente perché stavo cercando altri personaggi pazzi. Avevo già fatto un dottore pazzo, avevo già fatto delle cose che poi non sono andate in porto. Il papero è nato perchè semplicemente stavo cercando un nome. Ho scritto “Il Misterioso Papero del Giappone” su un foglio e ho detto: “È un nome bellissimo”, quindi costruiamoci intorno qualcosa. E doveva essere solo una roba da una, due strisce al massimo.

 Dopo è piaciuto. È piaciuto anche a me, in effetti: mi sono reso conto man mano che ne scrivevo che era interessante un personaggio muto – che non è nelle mie corde di solito – che mischiasse anche davvero delle scene d'azione ogni tanto senza però sfociare troppo in quel genere di fumettista europeo che cerca di fare il manga male. Quindi insomma, tenendolo a basso profilo a livello d'azione, mi piaceva comunque l'idea di avere quella possibilità. Quindi l'ho tenuto, funzionava.

I personaggi erano disegnati in tutti i stili molto semplici, quindi possiamo dire che l'ispirazione arrivi da Hilbert e dalle strip americane. Per il resto non ho preso bene o male da nessuna parte che io sappia, non consapevolmente. Poi se scopriamo che ho copiato completamente tutto a qualche altro personaggio negherò fino alla morte, però non mi viene in mente nient'altro di coppia.

Mi piacciono poi i personaggi così, cioè come era lui: lungo - ai tempi facevo personaggi lunghi - anatomicamente sbagliatissimi. Mi piaceva così, era così strambo, era bello, era azzurro, e l'ho tenuto.”

Alla prossima domanda hai un po' parzialmente risposto raccontandoci le origini del personaggio, ma che cosa troviamo all'interno de Il Misterioso Papero del Giappone? Io nelle dinamiche, probabilmente sbaglio, ci ho sempre visto elementi un po' la Willie Coyote e Beep Beep…

“In effetti sì, si può dire che c'è la dinamica alla Willie e Coyote. Ma in generale sì, giochi di parole, azione nei giusti limiti e un po' di inaspettata (spero) costruzione del personaggio e dinamica tra lui e i suoi nemici.

 L'idea era iniziare a costruire un po' di mondo intorno al papero, senza esagerare, senza arrivare a dare qualcosa di definitivo e rimanendo ancora un po' vago. Ma dare delle basi per quella che sarà magari una narrazione futura. In pratica questo è un numero zero. L'idea era vedere se funzionava. Nel caso lo porteremo a fare numero uno e allora iniziare a costruire una storia che magari diventerà un pochettino più di ampio respiro.”

LO SGUARDO TRA PRESENTE E FUTURO: IL MISTERIOSO PAPERO DEL GIAPPONE TORNERÀ

Quanto lavoro c'è stato dietro a questo volume? Quanto è stato importante avere il supporto di Giga Ciao?

“C'è stato tanto, tanto, tanto lavoro, dato che alcune delle strisce e alcune delle storie (anzi, una storia) erano cose fatte già in passato. Per alcuni aspetti sono riuscito ad andare più veloce perché ho ripreso quelle, ho rielaborato, riscritto, disegnato, ricolorato dall'inizio. Però almeno a livello di scrittura non ho dovuto inventarmi di sana pianta 180 pagine che altrimenti sarebbe stato molto più complicato. Però comunque sono state 180 pagine da fare da solo in tre mesi e qualcosina.

È stato un lavoro da 14 ore al giorno per tre mesi. Quindi è stata un'estate terribile, ma devo dire che GigaCiao da quel punto di vista ha aiutato, perché in effetti si sono occupati di quelle che chiamano le “piccole questioni”. Quindi non sono intervenuti a rompere su niente che non fossero proprio le piccole questioni tecniche, su cui tante volte mi hanno dato una mano loro. Per cui siamo riusciti a fare le cose in maniera migliore. Soprattutto non ho dovuto sbattere la testa mentre facevo questa cosa per promuovere e continuare anche già a fare... cioè, per passare dalla scrittura a continuare a vendermi. Quello è stato utilissimo, perché di solito in effetti è un processo che manca a tante case editrici.”

Hai già in mente dove ti porterà la fantasia e quindi il lavoro per le prossime avventure?

“In generale c'è l'idea di fare un altro libro. Mi piacerebbe fare almeno due libri all'anno, anche di più. Il materiale c'è, però c'è il rischio di mangiare un libro con l'altro se ne faccio troppi. Però di sicuro voglio portare avanti il papero, perché in verità io stavo aspettando. Avevo il papero da parte da anni, stavo aspettando una case editrice giusta per pubblicarlo.

Perché il fatto è che ho scritto una storia di 300 pagine circa, però non posso pubblicare una storia iniziale di 300 pagine. Quindi ho detto: prima devo fare un libro, poi forse è meglio farne un secondo e poi ne farò un terzo. Quindi in effetti io sto facendo tutto per arrivare a scrivere questa cacchio di storia che ho da parte da 4-5 anni, è lì ferma che mi sta guardando e mi dico: “Ce la farò mai ad arrivarci?”. Adesso ci sono le possibilità. Anzi, con le storie già da parte del papero potrei già arrivare a 4 libri, il problema è: “arriveremo a 4 libri?” Spero di sì.”

E con le premesse di questo “volume zero” è giusto attendere con curiosità i futuri sviluppi de Il Misterioso Papero del Giappone.

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