NO SLEEP TILL SHENGAL
L’ultimo suo volume che abbiamo collezionato è “Niente di nuovo sul fronte di Rebibbia”, dove ci rintanavamo nelle note ambientazioni romane per ritrovare lo Zerocalcare della porta accanto. Nel libro in arrivo il 4 ottobre, invece, si ritorna alla militanza: sulla scia del tanto amato “Kobane Calling”, il fumettista romano racconta le discriminazioni subite dalla popolazione degli Ezidi nel Kurdistan. Zerocalcare stesso ha brevemente spiegato, in occasione del Salone del Libro di Torino tenutosi lo scorso maggio, la genesi del suo ultimo lavoro: “è una specie di diario di viaggio che ho fatto a giugno dell’anno scorso nel nord dell’Iraq, in particolare in una regione che si chiama Shengal di cui sono originari gli Ezidi, una popolazione che fa parte del Kurdistan, ma sono di una religione pre-islamica".
Continua ancora Zerocalcare: "Per questo gli Ezidi sono scappati da quella regione e poi aiutati dai curdi l’hanno ripresa e da allora hanno una specie di autonomia in quella zona. Quella autonomia che si basa sui principi della rivoluzione curda, quindi sulla liberazione della donna, la convivenza tra tutti i popoli e l’autodifesa in questo momento è minacciata dallo Stato iracheno, che si vuole riprendere quel territorio e la Turchia che incessantemente li bombarda da un anno, uccidendo la popolazione civile ma anche i rappresentanti dell'autonomia e della amministrazione autonoma […]. Siccome era ed è ancora una situazione particolarmente grave, nel senso che da un momento all’altro quell’autonomia rischia di essere spazzata via da queste forze che non la vogliono, il mio nuovo libro serviva ad accendere un po’ i riflettori su quella esperienza specifica”.
Una testimonianza di prima mano quella di Zerocalcare, che è già un successo annunciato, come si intende guardando il progetto editoriale di Bao Publishing: la prima tiratura di “No sleep till Shengal” è di 230mila copie, la più alta mai commissionata dalla casa editrice.