Il ritorno del rock e il nuovo coraggio del pop: la musica del 2021 rompe gli argini del mainstream
Olivia Rodrigo, Måneskin, Taylor Swift, Lil Nas X tra gli artisti che quest’anno hanno cambiato lo scenario del pop e del rock. La rivoluzione musicale del 2021
Le mode tornano, eccome se tornano. La sensazione di déjà vu ha accompagnato le uscite musicali di quest’anno, ma nel senso più positivo del termine. Lo ha sintetizzato perfettamente Manuel Agnelli, alla vigilia dell’ultima edizione di X Factor, riferendosi ai Måneskin: “A livello mondiale hanno confermato quello che per tutti è un ritorno, per le nuove generazioni una novità”. Un’affermazione che si può estendere e applicare a buona parte del mercato attuale, i cui protagonisti hanno intelligentemente giocato sull’effetto nostalgia. Due esempi: la Good 4 U di Olivia Rodrigo, da molti considerata la “versione zeta” di Misery Business dei Paramore uscita nel 2007, e l’operazione di ri-registrazione dei propri album portata avanti da Taylor Swift, che con l’edizione 2.0 di Red ci ha catapultati indietro nel 2010. Ma non è stato un anno caratterizzato solo dal “riciclo”: la musica del 2021 ha cambiato le carte in tavola. Si è allontanata dagli schemi canonici dei generi, come hanno dimostrato le operazioni di Lil Nas X e Kanye West. Il primo con Montero ha ribaltato la narrazione machista di cui sono tipicamente impregnati i testi rap, mentre il secondo con Donda ha messo in piedi un lavoro che mira ad essere una confessione spirituale.
CHI DICE CHE IL ROCK È MORTO?
Mettendo in fila le parole 2021, musica e Italia saprete già qual è il nome che completa la frase: Måneskin. Da Sanremo all’Eurovision, fino ad aprire il concerto dei Rolling Stones scalando le classifiche di tutto il mondo: i quattro ragazzi partiti da via del Corso sono riusciti in un’impresa mai realizzata nel nostro paese (l’unico parallelismo lo si trova negli anni Settanta con la PFM). Dopo dodici mesi, passata l’incredulità dei primi tempi, vale la pena chiedersi come mai proprio loro e come mai proprio ora. Le risposte sono molte, partendo da quella più scontata: sono bravi. Propongono in giro per il mondo un genere consolidato, un rock più puro e più “pop” di quello abbozzato quasi cinque anni fa a X Factor, ma che nelle loro mani diventa una novità agli occhi della generazione Zeta, che quest’anno ha premiato le sonorità che si rifanno al vintage. Lo hanno dimostrato i successi di Happier Than Ever di Billie Eilish e di Brutal, singolo d’apertura dell’album dell’anno, ossia Sour di Olivia Rodrigo. O la più recente ABCDEFU di GAYEL. Esempi tutti italiani: Quanto ti vorrei di Chiello o Fottuta Canzone di Gazzelle. Certo, definirle propriamente rock è una forzatura, ma i contenitori creati negli ultimi anni per descrivere la nuova musica italiana sono ormai superati. Le categorie di Indie, Trap e il calderone “It-Pop” in cui si è riversato tutto quello che non si riusciva a classificare in altro modo risultano anacronistiche.
IL POP SFIDA IL MERCATO
Affermare che le logiche di mercato quest’anno sono state accantonate per dare libero sfogo all’arte e alla musica sarebbe un’utopia, ma alcune operazioni ci hanno fatto sperare in un cambio di rotta lusinghiero per la scena musicale. Un caso eclatante è 30 di Adele: un album che lei stessa ha dichiarato non essere pensato per tutti. Un lavoro che ha come target la sua generazione, i millennials: più che un disco vuole essere un diario in cui la cantante si confessa. Non è immediato come i suoi precedenti, non tutte le melodie sono pensate per essere catchy e rimanere radiofonicamente in testa. Ma funziona. Di tutt’altro tipo è stata una delle sortite più chiacchierate dell’anno e che vede al centro Taylor Swift: dopo la rottura con l’ex etichetta discografica Big Machine, la cantante ha registrato nuovamente alcuni suoi dischi nel tentativo di riprendersi la propria musica. Nel progetto rientrano le uscite della Swift tra il 2006 e il 2017: per il momento hanno visto la luce Fearless (Taylor’s Version) e Red (Taylor’s Version). Il successo dei due album è stato clamoroso, generando in primis il terrore nelle case discografiche, che hanno rimesso mano ai contratti per creare clausole più vincolanti impedendo così il ripetersi di operazioni del genere (nel momento in cui una canzone viene ri-registrata e portata nuovamente al successo, la versione originale “perde di valore”, vanificando a livello economico l’investimento di partenza). Red è il fenomeno più interessante tra i due, stabilendo un record per Miss Swift con All Too Well, brano di dieci minuti in cui racconta la sua storia d’amore datata 2010 con l’attore Jake Gyllenhaal: non era mai successo che una canzone così lunga arrivasse prima in classifica. E costituisce anche uno smacco nei confronti di chi da anni accusa la generazione zeta di essere la “generazione veloce” pronta a snobbare la qualità in nome del facile ascolto.