Intelligenza Artificiale e libri, arriva “Human Authored”: la certificazione per libri scritti da esseri umani
Dagli Stati Uniti arrivano le prime contromisure sul fronte dell’editoria al dilagante fenomeno di utilizzo dell’Intelligenza Artificiale
Dell’Intelligenza Artificiale, o IA che dir si voglia, si parla sempre di più ogni giorno. Tra chi è a favore e chi è contrario, si è innescato un vero e proprio dibattito pubblico in merito all’utilità e ai pericoli di questa nuova tecnologia. La presenza dei chatbot, raggiungibili per chiunque senza limiti dettati dalla necessità di essere in possesso di competenze informatiche elevate, la rende praticamente accessibile a tutti.
Ovviamente proprio questa estrema accessibilità rende necessario interrogarsi in merito ai limiti dell’Intelligenza Artificiale. Non quelli intrinsechi alla tecnologia stessa (che paiono essere illimitati), bensì a quelli che quest’ultima non deve superare. Una sorta di linea di confine che divide le competenze della macchina e quelle dell’essere umano. Come a dire: “tu arrivi fin qui, al resto ci pensiamo noi”.
IL MONDO DELLA CREATIVITÀ E L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Ovviamente gli ambiti in cui la presenza dell’Intelligenza Artificiale risulta più problematica da gestire sono quelli relativi al mondo artistico e della creatività. Settori in cui la capacità di espressione dei sentimenti fa la differenza e che, sulla carta, proprio per questo vede l’essere umano come insostituibile. Ma con una tecnologia in grado di apprendere e migliorarsi di volta in volta, è lecito domandarsi per quanto ancora i sentimenti (o almeno la raffigurazione di questi ultimi) possa restare appannaggio dell’essere umano.
Creazione di immagini, di clip video (e quindi di film), o ancora di canzoni e anche di libri rischiano di vedere un avvicendamento tra essere umano e macchina. Con quest’ultima che avrebbe dalla sua le tempistiche necessarie per elaborare le opere in questioni, senza vincoli di luoghi o tempi. Ecco che quindi una foto non necessiterebbe di spostamenti fisici o dell’attesa temporale del momento perfetto per essere scattata. Così come le clip video e i film non necessiterebbero di costi importanti per essere prodotti. Discorso analogo anche per canzoni e i libri, che potrebbero essere composti con pochi clic dando i giusti input all’Intelligenza Artificiale.
Scenari “apocalittici”, in un certo senso, a cui si prova a porre un freno fin da ora. Perché, come si suol dire, “prevenire è meglio che curare”.
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“HUMAN AUTHORED”: DI COSA SI TRATTA?
Sul fronte dell’editoria, nella fattispecie, arriva dagli Stati Uniti una certificazione ad hoc che sottolinea “l’umanità” di un’opera letteraria presente sugli scaffali delle librerie. Si chiama “Human Authored” e arriva da The Authors Guild, l’associazione per scrittori più grande d’America. Ed è il sigillo che mira a evidenziare ai potenziali lettori il lavoro umano che c’è dietro la stesura di quel determinato libro.
La volontà da parte di The Authors Guild non è tanto quella di rifiutare in toto la tecnologia offerta dall’Intelligenza Artificiale, bensì quella di offrire trasparenza. Una sorta di patto con quei lettori che, oltre alle storie che sappiano trasportare in altri mondi e tenere con il fiato sospeso, vogliono anche creare una sorta di connessione con gli autori dei libri letti.
L’Intelligenza Artificiale non sarà totalmente rifiutata dai libri “Human Authored”, ma avrà un ruolo totalmente marginale. Da quello di correzione ortografica di errori grammaticali ai compiti di ricerca e brainstorming. Insomma, uno strumento ausiliare al servizio della fantasia e dell’estro creativo di chi quel libro dovrà in tutto e per tutto scriverlo. Mettendoci la famosa “farina del suo sacco”.