Jannik Sinner vince il 'Sofia Open': quando sapersi fermare a volte ti dà quello slancio per ripartire
L'astro nascente del tennis italiano lo scorso Luglio aveva detto di no alle Olimpiadi di Tokyo, ora torna a sorridere (e ad alzare un trofeo)
Cadere, rialzarsi. Ma anche fermarsi per poi ripartire più forti, testardi e perché no, anche più sicuri di prima.
Il percorso di Jannik Sinner, dopo diversi mesi letteralmente sulla cresta dell’onda, ha mostrato qualche - inevitabile – buco nell’acqua. D’altronde, l’esperienza si guadagna anche (forse soprattutto) nei momenti difficili. Nelle sconfitte, nei KO imprevisti, inattesi. Per uno abituato a stupire, a bruciare le tappe, come il classe 2001 di San Candido, piccolo comune con meno 40mila abitanti in provincia di Bolzano, queste cadute possono fare – e spesso hanno fatto – più rumore. Appunto perché le attese sono ormai alte nei suoi confronti, ma la carta d’identità gli lascia ancora in realtà tutto il tempo di ‘fallire in serenità’.
Una condizione non facile, a livello sportivo ma soprattutto umano, a cui Jannik ha voluto mettere un punto, con lucidità e saggezza, alla faccia della sua età. Ha detto il ‘no’ più grande e forse più difficile per un tennista, per un atleta e per un giovane.
Tokyo? No grazie
L’estate 2021 è stata molto attesa, tra le altre cose, per l’appuntamento con le Olimpiadi. Slittate di un anno per la pandemia che ha rallentato tantissimi mondi, tra cui quello sportivo. Un anno influisce molto sulla forma fisica di un atleta, un’epidemia globale ne mina quella mentale. Su un ragazzo, con un talento pazzesco nelle mani, l’effetto può essere destabilizzante. Il 2021 di Sinner è stato agrodolce, con i ‘soliti’ – aggettivo che rende bene la portata dei guizzi a cui ci ha abituato – lampi di classe ma con qualche steccata di troppo. Di quelle che ogni tanto fanno storcere il naso.
Perché funziona spesso e volentieri così, anche e soprattutto per la ‘Gen Z’: più dimostri, più devi dimostrare. E ogni tanto questo loop diventa disorientate. Serve mettere pausa. E così, Sinner ha detto di no alle Olimpiadi.
L’importanza di saper dire ‘no’
“Non è stata una decisione facile, ma dettata dal fatto che non ho giocato il mio miglior tennis durante gli ultimi tornei e devo concentrarmi sulla mia crescita”. Scriveva così su Instagram, il mezzo preferito dalla ‘generazione Zeta’, con una lucidità che spesso non viene riconosciuta a questa next gen.
Fermarsi, appunto, per ripartire più forti. Nell’estate dei suoi 20 anni, compiuti il 16 agosto, Jannik si è guardato allo specchio e ha pensato che fosse il momento giusto per mettere in pausa il proprio film. Non per molto. Anche il tennis, così come la vita, offre presto l’occasione per rialzare la testa. E il ‘Sofia Open’ è stato l’occasione giusta.
È il secondo successo di fila, questo contro il francese Monfils, in terra bulgara, in quello che potremmo definire casa sua. A 20 anni compiuti da meno di 2 mesi. Se questo è poco…