“Le persone ridono ma è offensivo”: Billie Eilish racconta la sua Sindrome di Tourette
"Ho la sindrome di Tourette, è estenuante”: a dirlo è Billie Eilish, in un’intervista che sta rimbalzando in tutto il mondo. Perché lei, a soli vent’anni, è un’artista straordinaria, con 65 milioni di dischi venduti, centinaia di premi vinti - tra cui 7 Grammy e un Golden Globe e un Oscar per No Time to Die, premiata come migliore canzone originale – ma prima di tutto un’icona della Generazione Zeta, che la segue con amore in tutto ciò che fa, come testimoniano i 103 milioni di followers solo su Instagram.
L’INTERVISTA NEL DOCUMENTARIO NETFLIX
Non stupisce allora la risonanza ottenuta dall’intervista, contenuta nella quarta stagione di My Next Guest Needs No Introduction, la serie Netflix condotta da David Letterman. “Le persone ridono perché pensano che io stia cercando di essere divertente. Invece rimango sempre molto offesa": così racconta Billie Eilish, parlando dei tic che la accompagnano da quando ha undici anni. “Durante il giorno muovo costantemente le orecchie avanti e indietro, alzo le sopracciglia e schiocco la mandibola, contraggo il braccio, contraggo i muscoli. Sono cose che non si notano mentre stai parlando con me ma per me sono estenuanti".
UNA SINDROME COMUNE A MOLTI ARTISTI
Ma che cos’è la Sindrome di Tourette? Si tratta di un disturbo neurologico tipico soprattutto dell’infanzia ma che può rimanere anche in età adulta, caratterizzato da tic vocali o fisici. Nei casi più gravi i movimenti che ne derivano possono diventare anche frequenti e violenti, fino a compromettere la qualità della vita di chi ne soffre. Nel caso di Billie Eilish, i sintomi sono rimasti anche in età adulta, causandole non poco imbarazzo. Un disagio che aveva già raccontato nel 2019, in una puntata di “Ellen”, il talk show americano condotto dall’attrice comica Ellen De Generes. “È qualcosa con cui convivo da tutta la vita, tutti quelli che mi conoscono lo sanno”, aveva detto la popstar.
Una sindrome che accomunerebbe anche altri suoi colleghi, di cui però preferisce non fare i nomi.
Billie Eillish invece ha voluto condividere la sua storia, raccontando anche che l’unico momento in cui riesce a tenere a bada il disturbo è proprio mentre si esibisce. Un messaggio bellissimo che ci ricorda due elementi: il potere terapeutico della musica, e l’importanza di mettersi a nudo, con le proprie difficoltà, con le proprie imperfezioni, con la propria umanità. Perché si stima che la Sindrome di Tourette colpisca 1 individuo su 100. E sapere che ad averla è anche il nostro idolo, ci fa sentire sicuramente un po’ meno soli.
Grazie, Billie