Lo “Scottobre” di Scott Snyder, quattro storie e quattro generi differenti per conoscere l’autore e approcciare ai fumetti americani
Storie autoconclusive che spaziano tra generi narrativi diversi, e che offrono ai lettori un punto d’ingresso favorevole per il mondo dei comics americani
Il panorama fumettistico internazionale è fatto di decine (per non dire centinaia) di artisti e autori dal talento formidabile. Personalità in grado di dar vita a universi narrativi, o di riplasmare e modellare a propria immagine e somiglianza quelli già esistenti. Tra questi rientra sicuramente Scott Snyder, uno dei più grandi sceneggiatori contemporanei che ha lavorato tanto sul fronte DC Comics. In particolare sul personaggio di Batman e su tutti coloro che gli gravitano intorno.
E ovviamente i grandi autori, come Scott Snyder per l'appunto, hanno una vena creativa particolarmente ricca che gli permette di avventurarsi in terreni inesplorati. Dando vita in questo modo a storie che nascono dal nulla, proiettando i lettori verso mete imprevedibili.
È proprio questo il principio dello “Scottobre” di Star Comics e Astra, che nelle scorse settimane hanno portato sugli scaffali delle fumetterie quattro storie diverse – per personaggi e anche genere di riferimento – curate da team creativi differenti. Con l’unico minimo comune denominatore che è proprio lui, Scott Snyder. Un ottimo modo per chi vuole approcciare al mondo della narrativa a fumetti americana, ma ha paura di addentrarsi in terreni troppo fitti di “precedenti” (come avviene in Marvel o DC).
Nessun recupero da fare per godersi la storia in questo caso, con la parola “inizio” e quella “fine” che compaiono all’interno dello stesso albo.
WE HAVE DEMONS, LA LOTTA TRA IL BENE E IL MALE CON LE GIUSTE SFUMATURE
Con “We Have Demons” si ricompone un team creativo che ha fatto la storia contemporanea della narrativa “batmaniana”. Scott Snyder si affianca ancora una volta a Greg Capullo in un racconto che porta i lettori a confronto con uno dei temi sempre caldi della narrativa fantasy: l’eterna battaglia tra angeli e demoni. Un qualcosa in cui non tutti credono, sebbene la possibilità di ricredersi possa essere dietro l’angolo. E le sfumature potrebbero fare la differenza.
Il duo di autori crea una amalgama che ben si presta a una storia di questo tipo, con la giusta iniezione di azione e momenti caotici scorrevoli che trasportano senza troppe pretese i lettori dalla prima all’ultima pagina.
CLEAR, NON TUTTO È COME APPARE
Nella seconda storia dello “Scottobre” troviamo Scott Snyder in combo con un altro artista che ha fatto la storia contemporanea della DC – tra Superman, Batman, Flash e la Justice League – vale a dire Francis Manapul.
In “Clear” la storia ci porta in un contesto Sci-Fi che potremmo definire classico. Abbiamo un futuro distopico che ci si apre davanti, un must della narrativa futuristica, con le cose che spesso potrebbero non essere come appaiono. L’ausilio della tecnologia permette infatti di applicare dei “filtri” alla realtà, che a ognuno può apparire in questo modo diversa.
È in questo contesto che il protagonista, un investigatore privato che ha scelto di vivere rinunciando ai filtri in questione, si trova invischiato in un crimine che lo riguarda da vicino. Ed è con questo incipit che si innesca una crime-story ad alta tensione che non lesina sul fronte dell’azione e degli intrighi, tenendo così sempre alta l’attenzione del lettore.
BARNSTORMERS, L’AMORE AI TEMPI DELLA GUERRA
Terzo round dello “Scottobre” è con l’incrocio tra Scott Snyder e Tula Lotay, artista inglese apprezzata tra le altre cose per il suo lavoro su Bodies (del 2014, da cui è stata tratta la serie Netflix). Un lavoro che a entrambi è valso un premio agli Eisner Awards 2023 per il miglior fumetto digitale.
In “Barnstormers” l’autore statunitense ripesca una forma d’intrattenimento molto in voga nei primi anni del ‘900. Quella innescata dalle evoluzioni aeree di impavidi piloti, incuranti dei pericoli dettati dalla forza di gravità.
Il contesto storico in cui si muovono i protagonisti è quello della Prima Guerra Mondiale, un frangente in cui essere un asso dell’aviazione poteva avere risvolti molto utili per il proprio paese. Ma in questa storia Snyder va in direzione diversa, imbastendo una trama romantica fatta di pericolosi equilibrismi (non soltanto sentimentali) che non lasciano indifferente chi si trova da quest’altro lato della pagina.
NIGHT OF THE GHOUL, LA CELEBRAZIONE DELL’EPOCA DEI CLASSICI DELL’HORROR
E chiudiamo la rassegna dedicata allo “Scottobre” con Scott Snyder che unisce la propria scrittura alle illustrazioni “italiane” del nostro Francesco Francavilla, artista attivo su tanti fronti (da DC a Marvel passando per Image Comics e Dark Horse).
In “Night of the Ghoul” la storia parte da premesse narrative sempre interessanti per un fumetto legato alla narrativa horror. Un film – che prende da cui questo fumetto prende il nome – è andato perduto nel corso del tempo. E ritrovarlo potrebbe portare più scompensi che vantaggi a chi riuscirà nell’impresa.
Una storia dal ritmo sincopato, tra tuffi nel passato e racconti di uno dei protagonisti della narrazione, che è un perfetto omaggio alle storie del terrore della prima meta del ‘900.
Un pacchetto di storie, quelle di Scott Snyder raccolte da Star Comics e Astra, che brilla per quantità e qualità. E che permettono davvero a tutti di trovare pane (narrativo) per i propri denti, facendo così la conoscenza con uno degli astri più brillanti del firmamento fumettistico internazionale.