DUEMILAMINUTI: GENESI DEL BRANO
La 27enne Mara Sattei, negli ultimi anni, ha mandato a segno una tonnellata di collaborazioni, niente male. Quest’anno debutta all’Ariston con grande emozione.
"Duemilaminuti" è un pezzo scritto da Damiano David dei Måneskin. Lavorare con Damiano, per Mara, è stata una sorta di incontro fortuito: “Damiano e io ci siamo accorti di essere molto simili, trovando una sintonia incredibile”.
Il fatto che la produzione sia del fratello Thasup, artista che ha da poco invaso le playlists della Generazione Zeta con il suo ultimo album, aumenta l’attesa verso questa canzone. La Generazione Zeta, infatti, è sempre più attenta a rappresentare la realtà delle relazioni interpersonali, anche quando queste consumano, e la canzone cantata da Mara Sattei ne è una dimostrazione lampante.
DUEMILAMINUTI: SIGNIFICATO DEL BRANO
Un amore disfunzionale è al centro di "Duemilaminuti", una storia annegata nell’alcol, fatta di lividi, problemi e manipolazione mentale ("e ogni volta mi dicevi che la colpa era la mia”). Il testo del brano è graffiante e diretto: ci troviamo davanti a quel che rimane dopo una presa di coscienza. La voce narrante ripercorre un rapporto che non sta portando a nulla di buono, una relazione all’interno della quale diventa sempre più difficile convincersi di poter parlare di “amore” (“ho capito che non era amore ma soltanto un posto che avevi creato per me”).
Come ha detto la stessa Mara, Duemilaminuti racconta “una di quelle relazioni in cui ci si sente incastrati e poi, una volta finita, vivi”. Perché non sempre si ha la lucidità di capire la necessità di trovare una via di fuga, prima di permettere all’altra persona di portar via il meglio che abbiamo da offrire (“tu che senza volerlo mi hai insegnato a respirare/poi sei scappato ed hai rubato tutta la mia voce”).