Mondiali di Nuoto, l’Italia chiude con il record azzurro di medaglie per un Mondiale in vasca corta
A Budapest la spedizione azzurra conferma e sorprende. Tra ritorni al vertice ed exploit dei nuovi ‘Gen Z’ del nuoto mondiale
I Mondiali di nuoto di Budapest si sono conclusi ed è tempo di bilanci.
Per l’Italia bisogna tirare le somme e soprattutto contare le medaglie nell’edizione più prolifica di sempre per quanto riguarda una manifestazione iridata in vasca corta. Con diverse conferme, qualche delusione e alcuni volti nuovi.
Record di medaglie
Partiamo con una parola: record.
Record di medaglie, nove, mai così tante in una singola edizione di un Mondiale di nuoto per i nostri colori.
Record di ori, cinque.
Record di emozioni regalate in un anno che, per quanto ci fa male è doveroso ricordarlo, di Mondiali in azzurro ne vivremo sicuramente uno in meno: quello di calcio.
Numeri da sogno, senza contare che rimangono ancora le competizioni in acque libere, da dove sono già arrivate soddisfazioni e potrebbero arrivarne ancora.
Ceccon, Pilato, Martinenghi: la Generazione Zeta del nuoto azzurro
Le sorprese hanno i volti di Thomas Ceccon, Benedetta Pilato e Nicolò Martinenghi.
I baffi e l’aria sempre composta, anche dopo un oro mondiale, del primo. Il sorriso a 32 denti e la felicità disciplinata della seconda. Lo sguardo determinato del terzo.
Un classe 2001, una classe 2005 e un classe 1999. Insieme, quattro dei 5 ori conquistati dalla spedizione azzurra in terra ungherese (100 dorso Ceccon, 100 rana Pilato, 100 rana Martinenghi, 4x100 mista Ceccon e Martinenghi insieme a Federico Burdisso e Alessandro Minessi). La dimostrazione che la Generazione Zeta è già pronta per prendersi letteralmente il Mondo.
Re Paltrinieri non molla
Da Gregorio, a gregario, a re Greg, di nuovo. Il Mondiale di Paltrinieri meriterebbe un libro, un film, un cortometraggio o tutte queste rappresentazioni insieme.
Il suo nome è l’anello di congiunzione tra il vecchio e il nuovo ciclo azzurro. Le aspettative su di lui erano molte, dovute a un ultimo quinquennio da fuoriclasse della vasca. Confermarsi è sempre più difficile che vincere, e Greg lo dimostra nel flop della finale degli 800sl, dove non arriva neanche a podio.
Facile scoraggiarsi, dopo le critiche. Avere diverse gare in pochissimi giorni, però, può anche dare presto la possibilità di rifarsi. E l’occasione arriva nella sua specialità, i 1500sl. Si qualifica alla finale senza eccellere, si tiene tutto per le 30 vasche che valgono le medaglie: oro e record europeo.
Niente di nuovo, la costanza del ragazzone di Carpi, 28 anni il prossimo 5 settembre, è conosciuta in tutto il globo.
Acqua azzurra
Chi pensava che lo ‘score’ di Gwangju (3 ori, 2 argenti e 3 bronzi) potesse essere uno stimolo ingombrante ha dovuto ricredersi. Chiudere terzi nel medagliere, dietro solo ad Australia e Stati Uniti, è un traguardo incredibile. E il miglioramento costante della squadra italiana nelle competizioni in vasca ormai è sotto gli occhi di tutti.
Lasciato alle spalle l’addio dell’infinita e indimenticabile Federica Pellegrini, la speranza di poter puntare su tanti giovani colora il futuro del nuoto mondiale di un azzurro vivo. Un azzurro Italia.