La MotoGP 2022 parte dal Qatar. Il 6 marzo dalla griglia del circuito di Losail scattano le aspettative, le speranze e le aspirazioni dei piloti, in una stagione che sarà comunque storica.
Oltre al vuoto lasciato da Valentino Rossi, difficile se non impossibile da colmare, l’interrogativo più grande riguarda la corsa al titolo. Il Mondiale di quest’anno, infatti, appare incerto come mai prima.
Quartararo l’uomo da battere
L’accento è da mettere un po’ come volete, a seconda che lo leggiate alla francese o all’italiana (essendo il nonno siciliano). Fabio Quartararo è il campione del Mondo in carica e di sicuro non intende abdicare nel nuovo anno. Classe ’99, abbina l’irriverenza e la passione sfrenata dei suoi 22 anni (23 il 20 aprile) alla maturità raggiunta con il titolo mondiale.
Marc Marquez il re spodestato
Solamente gli infortuni e una serie di sfortune hanno interrotto il regno di Marc. Dal 2013 (anno della sua salita in MotoGP) al 2019 ha vinto 6 titoli mondiali su 7. Poi a inizio 2020 un infortunio ha fermato la sua corsa verso la storia di questo sport. Una stagione – viziata dalla pandemia – saltata a piè pari, per poi tornare per un po’ di rodaggio nel 2021, mostrando solamente qualche sprazzo del suo enorme talento. Quest’anno sta bene e la promessa è una sola: tornare ‘WonderMarc’. Gli avversari lo temono come i bambini con il mostro sotto il letto.
Bagnaia l’underdog
Forse è un po’ ingeneroso come titolo. Perché Francesco ‘Pecco’ Bagnaia ha tutti i requisiti per essere considerato il terzo molto comodo nella lotta al titolo. Nel 2021 ha chiuso secondo, a 26 punti dal ‘Quarta’: in pratica una vittoria più un punto di distanza. La Ducati è cresciuta ancora e mai come quest’anno il binomio moto italiana-pilota italiano ha il sapore di titolo mondiale.
E gli altri?
In ogni grafico a torta che si rispetti c’è la voce ‘altro’. Nella divisione della corsa al titolo questo spazio se lo prendono i due piloti Suzuki, Rins e Mir, già campione nel 2020 con una sola vittoria, insieme Franco Morbidelli, che con la sua costanza alla guida (finalmente!) della Yamaha ufficiale può fare grandi cose. E poi occhio agli altri italiani, come Bastianini, Bezzecchi, Marini, Di Giannantonio e al grande ritorno del ‘Dovi’. Tutti che proveranno a coprire una mancanza importante.
C’è un ‘Dottore’ in pista?
Eh no, non più. Ma lo troverete ai box, al muretto. Chiuso il capitolo, emozionante, entusiasmante, da pilota, ora Rossi apre quello da team principal, a seguire il fratello Marini e Bezzecchi e altri piloti nelle classi minori per il VR46 Racing Team.
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