Nayt, il senso di evasione dalla realtà in "Tutto il resto è noi"
Nayt, in diretta su Radio Zeta, ci ha parlato di "Tutto il resto è noi", del suo nuovo album "Mood" e dei suoi progetti.
William Mezzanotte, classe ’94, pubblica il suo primo singolo “No Story” nel 2011, l’anno dopo il suo primo album in studio dal nome “Nayt One”.
Tanti i brani pubblicati negli anni successivi e, nel 2019, pubblica il suo quarto album intitolato “Raptus 3” (che gli permette di raggiungere la seconda posizione nella classifica settimanale FIMI) ma non solo, recentemente ha pubblicato anche il suo nuovo disco “Mood”. Oggi è tornato con un nuovo singolo: è Nayt il nostro ospite in Collettivo Zeta!
Hai la capacità di scrivere in maniera diretta e molto schietta, di metterti nei panni di chi ti ascolta. Come funziona il tuo progetto di scrittura? “Scrivo da un bel po’ di tempo ormai, incredibile ma vero. Ero sempre il più giovane tra tutti, ora non più. In questi anni sono sempre stato molto istintivo, ho bisogno della musica, di cantare ad alta voce mentre scrivo, di provare tante cose diverse e di lasciarmi guidare dalla musica. Adesso che sto crescendo, sto affrontando una fase più matura e più consapevole, quindi il mio modo di esprimermi cresce ed anche io comincio a canalizzare meglio le mie energie verso ciò che voglio dire. Non mi piace mettere paletti sul tema dei pezzi: faccio andare la musica e poi quel che succede, succede”.
Utilizzi il sound chill. In che modo è nato? “In realtà ho sempre avuto questa ambivalenza tra la sonorità chill, quindi più tranquilla e la cosa più attiva ed esplicita. Ultimamente, forse crescendo, mi sono addentrato di più in questa dimensione: mi piace perché mi concede di avere una sensibilità molto bella e tocco delle corde interessanti”.
“Tutto il resto è noi”: il nuovo singolo di Nayt
Fuori il 2 Aprile, “Tutto il resto è noi” è il nuovo singolo di Nayt
Questa canzone parla della scoperta dei sentimenti dopo la difficoltà di starci in contatto. “Ho iniziato a scrivere questo pezzo con un’idea molto triste e malinconica, infatti la prima parte del testo è così. Il pezzo tratta di questo, un’epoca in cui abbiamo molte distrazioni, dove siamo portati ad evadere dalla realtà. Siamo in un periodo storico in cui tendiamo ad abusare dei modi di evasione che abbiamo sempre utilizzato, quindi siamo meno in contatto con noi stessi. Per uscire da questo schema ci sono tanti modi diversi, secondo me: io utilizzo la musica, l’arte in generale. Questo è un periodo in cui si è tutto amplificato, ci siamo spenti molto”.
Le domande dei fan a Nayt
Ecco una delle domande che i fan hanno fatto a Nayt tramite il nostro profilo Instagram ufficiale @radiozetaof.@chitamorsi: hai già pensato a come sarà strutturato il tuo primo Live appena possibile? “No, perché sto dedicando questo tempo a crescere tantissimo anche nella dimensione Live, ma ho ovviamente delle idee. Sui social ho pubblicato da poco anche una sessione Live, proprio per questo motivo”.
Giochiamo a “Mood” con Nayt
È arrivato il momento del gioco! Diego Zappone e Simone Palmieri hanno chiesto a Nayt di dirci in che mood esce da alcune situazioni di vita.Scarpe nuove appena indossate, inciampi in una pozzanghera fangosa. Qual è il tuo mood? “Delirio. O magari quando hai le scarpe nuove e qualcuno te le pesta, stessa sensazione”.
Supermercato: una signora in difficoltà con le buste della spesa ti chiede di portargliele a casa, anche se abita a cinque chilometri da lì. “Mood: ti pago un taxi”.
La tua lei ti propone un incontro con uno psicologo per una seduta di coppia. “Eh…Interdetto”.
Supermercato: hai in mano le uova, una bottiglia di rum che però si frantuma in mille pezzi. Mood? “Faccio finta che non sia mia, guardo da un’altra parte”.
Fabri Fibra ti contatta per una collaborazione. Mood? “Daje”.
In palestra parte la sfida dei cinquanta push up di fila. “Il mood? Sono carico”.
La canzone della tua vita
Alla fine di ogni intervista, gli ospiti di Collettivo Zeta scelgono una canzone che rappresenti la propria vita.Nayt ha scelto “Redbone” di Childish Gambino.
Perché? “È un pezzo che mi ha ispirato davvero tanto, mi ha aperto un mondo. È una roba assurda, un pezzo iconico, riprende la musica degli anni ’50 e ’60 della sua cultura, però in chiave sua. Mi ha fatto capire anche che categorizzarsi in certi generi è limitante: riuscire a prendere dei pezzi vecchi italiani e poterli rinnovare in una chiave diversa. Anche nel mio nuovo album ‘Mood’ cerchiamo di portare qualcosa di nuovo, che sia nostro, ma anche mantenere il suonato e gli strumenti”.
Grazie Nayt per essere stato con noi! Ti aspettiamo presto nei nostri studi!