NBA 2K25 da il via alla stagione, si conferma il simulatore sportivo da battere?
Il basket interpretato da 2K e Visual Concepts è stato, negli ultimi anni, un vero punto di riferimento per il genere delle simulazioni sportive
La stagione sportiva, un po’ per tutti, comincia con il mese di settembre. E questo vale anche per i videogiocatori. L’esempio arriva lampante con NBA 2K25, il nuovo capitolo del franchise stagionale dedicato al mondo della pallacanestro americana. Tutto il fascino della palla a spicchi, con le grandi atmosfere che permeano i match che tornano puntuali all’appuntamento con gli appassionati.
Ancora una volta, come sottolinea il titolo, è 2K Games(con il team di Visual Concepts) a curare l’adattamento videoludico di uno dei segmenti sportivi più seguiti – e pagati – al mondo. E chiaramente tanta è l’attesa dei fan, che non vedono l’ora di allacciarsi le scarpe digitali e di scendere in campo, pronti a macinare chilometri di parquet.
NBA 2K25 come nella realtà
Quello di NBA 2K25, così come per i predecessori prima di lui, non è un compito facile. L’obbiettivo è quello di confermarsi nuovamente come punto di riferimento nel mondo dei simulatori sportivi. Un qualcosa che, anno dopo anno, richiede sforzi sempre maggiori per alzare l’asticella. Ma possiamo dire in anticipo che, ancora una volta, gli sviluppatori hanno saputo dare il massimo. La maglia è sudata, dunque.
Il primo grande e sostanziale aspetto a cui NBA 2K25 ha dato una importante lucidata è il gameplay. Una volta scesi in campo, quello a cui si assiste è uno spettacolo vivo e vibrante, fatto di tante individualità. L’obbiettivo degli sviluppatori era quello di portare sugli schermi un videogiochi che restituisse i feelings di una partita vera. E questo era possibile solo permettendo agli atleti digitali di risultare verosimili nei loro movimenti specifici.
Ecco che quindi il LeBron James digitale si muove come la sua controparte reale. E così tutti i maggiori campioni del roster americano, per la gioia di chi è alla ricerca di una simulazione che risulti tale in ogni suo singolo aspetto.
Un videogioco, tante modalità
Un gioco dalle mille sfumature, NBA 2K25. E dai tantissimi contenuti, tutti finemente lavorati per offrire un ventaglio di opportunità ugualmente valide ai giocatori. Chi vuol fare una partita e via, senza troppi fronzoli, può farlo. Al contempo, chi cerca un’esperienza più articolata, in grado di accompagnarlo per un lasso di tempo maggiore, ha diverse opzioni a propria disposizione.
Dalle “Ere”, in cui rivivere i grandi campionati del passato, arrivando al “MyTeam”, la modalità in cui creare il dream team dei propri sogni. Passando per la WNBA – la lega femminile – le modalità manageriali “classiche” e intramontabili, e la sezione “Il Mio Giocatore”, in cui si seguirà la carriera del proprio alter ego digitale in una città viva e pulsante. Non solo parquet e palla a spicchi in questo caso.
Un pacchetto confezionato ad arte e in grado di soddisfare ogni tipologia di richiesta. E, soprattutto, capace di abbattere le barriere del tempo: un videogioco tanto ricco difficilmente finisce sullo scaffale presto. Sicuramente non prima dell’arrivo del capitolo successivo.
Difficoltà calibrata per ogni videogiocatore
Come si fa a rendere un titolo come NBA 2K25 alla portata di tutti, videoludicamente parlando? È chiaro che bisognerà tenere in considerazione numerose variabili. Innanzitutto la platea di riferimento: videogiocatori, sì, ma anche appassionati di basket. Soprattutto appassionati di basket.
Ecco che quindi serve un grado di sfida congruo, che renda l’esperienza ludica stuzzicante per tutti. Ma non eccessivamente ardua da sforare nella frustrazione. Serve quindi uno strumento che dia a ogni giocatore la possibilità di calibrare il gioco, in modo da renderlo “severo” il giusto. E il titolo sviluppato da Visual Concepts fa anche questo, grazie ai parametri dedicati. Dalla difficoltà della manovra dell’azione d’attacco e delle discese a canestro a quella difensiva, diversi saranno gli aspetti da poter rendere più “morbidi” o più ostici, a propria discrezione. In modo da avere a disposizione un videogioco che rispetti la volontà di divertirsi in maniere differenti, a prescindere dalla predisposizione al “tryharding”, la voglia di vincere a tutti i costi senza puntare al divertimento.
In sostanza, come anticipato già in apertura, NBA 2K25 si conferma anche quest’anno la simulazione sportiva da battere. O anche solo da emulare, nel proprio specifico ambito di competenza.