Nove anni senza Pino Daniele
Sono passati nove anni da quel 4 gennaio 2015, giorno in cui il cuore di Pino Daniele decise di fermarsi per continuare a battere nella sua musica. Nove anni di vuoto. Un vuoto che però ha amplificato il mito, il musicista, il cantautore. I suoi 47 album sono diventati un testamento che la Gen Z ha raccolto citando e omaggiando. Spesso, questa eredità è stata riutilizzata anche inconsciamente, a testimonianza che quel sound, quel ritmo, fa ormai parte del nostro DNA e diventa necessario quanto opportuno.
La complessità della vita, il mondo “Nero a metà”
Pino Daniele con una commistione di generi musicali ha saputo rivoluzionare la musica italiana ma ha anche ricordato all’intero panorama la complessità del mondo, che non ha e non vuole definizioni. Non tutto è bianco o è nero, ci può anche essere il “Nero a metà” tanto per dirne una.
Così ha avvicinato il blues al pop, il jazz alle sonorità del medio oriente. E allo stesso modo ha parlato a tutti e di tutto senza mai perdere una certa intimità, favorita da quella voce così suggestiva. Ha raccontato tanto le relazioni politiche quanto quelle sentimentali, con un’indole ribelle ha affrontato tematiche sociali imponendosi come voce di un popolo e di una generazione (Masaniello é crisciuto e Masaniello é turnat) senza mai perdere i suoi versi più romantici che ancora oggi per molti sono la definizione stessa dell’amore.
La mescolanza linguistica di Pino ereditata dalla Gen Z
Il suo essere innovatore lo ha spinto a mescolare nei testi l’italiano, l’inglese e la lingua napoletana. Oggi ci sembra una consuetudine pensando a Davide Napoleone, Angelina Mango, Rocco Hunt, Clementino o addirittura Liberato. Ma il primo a sperimentare così intensamente questo nuovo stile è stato proprio lui, in un’Italia che era ancora molto scettica nell’accettare il diverso, che non arrivava solo da oltre i confini della Penisola ma arrivava anche da una netta linea tracciata tra nord e sud.
Anche gli ascoltatori della Gen Z riscoprono Pino Daniele
La musica di Pino Daniele non viene solo rielaborata dagli artisti che emergono nel nuovo panorama italiano ma viene riscoperta anche dai nuovi adolescenti che riconoscono al cantautore partenopeo una straordinaria attualità. E, quasi come un segno del destino, la FIMI qualche ora fa ha premiato la sua “Quanno chiove” con un nuovo Disco di Platino. Il capolavoro di Pino Daniele, inciso nel 1980 per il disco “Nero a metà”, continua a vivere grazie alle radio e alle piattaforme musicali online, dove ha superato solo negli ultimi anni quota centomila download e streaming.