Una storia epica che vive nuovamente grazie a Green Moon Comics, ai testi di Lucio Perrimezzi e Gabriele Grossi e ai disegni di Wu Xiao Jing
La narrativa epica ha assunto, nel corso dei secoli, forme sempre diverse. Quella più celebre è sicuramente quella greca, con Omero a guidare la carica con Iliade e Odissea. Cambiano i protagonisti, restano le storie che riguardano gesta eroiche e viaggi avventurosi. Che ruotano attorno a figure leggendarie se non addirittura mitologiche.
Come nel caso di Re Artù e dei suoi Cavalieri della Tavola Rotonda, personaggi che hanno ispirato tantissimi scrittori nel corso del tempo. E che continuano a farlo, come dimostra “Parsifal”, graphic novel edito da Green Moon Comics orchestrato da Lucio Perrimezzi e Gabriele Grossi con i disegni di Wu Xiao Jing.
E proprio con Lucio Perrimezzi siamo andati dietro le quinte, per scoprire i segreti alle spalle della lavorazione di questo graphic novel dal respiro epico-andante.
ALLA SCOPERTA DI PARSIFAL
Lucio, rompiamo il ghiaccio con la domanda principale: cosa troviamo in “Parsifal”?
"Parsifal è la storia di come un giovane inesperto diventa un Cavaliere della Tavola Rotonda. La prima cosa che mi viene in mente per rispondere a questa domanda è che raccontiamo la possibilità per chiunque di raggiungere i propri traguardi. E, nel caso del nostro protagonista, diventare il classico eroe “senza macchia e senza paura”.
Tuttavia sarebbe riduttivo. Mi piace pensare che nel libro si vada ancora più a fondo, si cerchi di scandagliare le motivazioni dietro alcune azioni. E quindi anche dei coni d’ombra nascosti dietro essi, per quanto queste azioni possano essere alte e mirabili.
Troviamo inoltre tanta azione, magistralmente raccontata tramite la sceneggiatura di Gabriele Grossi – che mi ha coadiuvato in questa avventura – e le splendide tavole di Xiao Jing Wu. E poi, c’è l’Amore. Quello puro, quello che ti da il coraggio di compiere anche i gesti più pericolosi ma che, allo stesso tempo, ti permette di vedere le cose sotto una luce e una prospettiva differente."
Una storia che parla di mito, ma che analizza anche come “non è tutto oro quello che luccica” …
"Esattamente. Volevamo raccontare in primis questo, ovvero le contraddizioni insite nell’eroismo più puro. E in quest’ottica il mito di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda ha rappresentato il mezzo perfetto per far ciò. Accanto a figure eroiche nel senso più puro del termine – come Galvano, amico e mentore del giovane Parsifal – si affiancano personaggi colorati da un sinistro chiaroscuro, e tra questi spicca proprio Artù.
Lo abbiamo immaginato anziano, ormai debilitato e schiavo della magia – un tempo semplice strumento di supporto, adesso vista come una scappatoia per risolvere i problemi che attanagliano il suo regno - al punto che lo stesso Merlino si è sottratto a questo giogo, incapace di “redimere” il Re di cui un tempo era consigliere e amico. Artù è ormai vittima della sua stesa leggenda e, per mantenere fede ad essa, deve sempre arrivare a negare una parte di sé e del suo passato… Non aggiungo altro per non fare troppi spoiler."
UNA STORIA DI CRESCITA
Possiamo parlare di “romanzo (grafico) di formazione” quando parliamo di Parsifal?
"Assolutamente sì. La storia inizia con un Parsifal bambino: il primo incontro con Galvano (una sorta di terapia d’urto, quasi…) che, come una sorta di bizzarro imprinting, fa nascere nel giovane un fortissimo desiderio di emulazione che lo porterà, più grande, alle porte di Camelot. Il tutto fino ad arrivare alla sua crescita e alla sua consacrazione come Cavaliere, all’incontro con Biancofiore, fino a giungere alla sua maturità, accompagnata da nuove e più profonde consapevolezze. Quindi direi che questa componente è del tutto fondativa della storia stessa. Ma nel contempo non compromette una buona dose di azione, come è giusto aspettarsi in una storia di questo tipo."
Qual è stata la sfida più grande nella realizzazione di questa storia (narrativamente e graficamente)?
"Narrativamente direi cercare di non tradire il topos letterario che andavamo a trattare ma, allo stesso tempo, cercare di farlo. Può apparire contradditorio, ma credo solo in apparenza.
Su Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda è stato scritto moltissimo, per cui ritenevamo fosse importante comunque partire dalla solida base letteraria presente. Ma poi riuscire a stravolgere il tutto, mettendo questi personaggi sotto una luce differente. Negli anni 60 Stan Lee ci ha insegnato a conoscere “i supereroi con superproblemi”, noi abbiamo optato per un approccio similare: ci affascinava di poter raccontare le pieghe dell’eroismo più puro, le ombre che spesso può celare.
Da un punto di vista grafico, Xiao Jing ha voluto dare il suo contributo con tavole ricchissime, dove ogni dettaglio è rilevante. Facendo in questo modo un’ulteriore evoluzione dopo il suo già notevole lavoro visto in Astaroth (sempre scritto da me). Personalmente quando ricevevo le tavole ero il primo a restare affascinato dalla cura per i particolari che ci ha messo, e mi sono spesso ritrovato a osservare le pieghe di un mantello o una spada scheggiata.
Abbiamo cercato di realizzare il migliore lavoro possibile, senza risparmiarci insomma."
Storie in cantiere per il futuro?
"Attualmente sto lavorando a un progetto un po’ più particolare e ambizioso, sempre per Green Moon Comics. Al momento non posso dire molto, se tutto va bene vedrà la luce l’anno prossimo. È una cosa per certi versi nuova per me, molto impegnativa ma al tempo stesso stimolante.
C’è inoltre una storia che stiamo cercando di mettere in piedi con una disegnatrice con cui collaboro spesso e volentieri, ma siamo davvero agli inizi..
A parte questo, nel tempo libero ogni tanto mi stacco dalla sceneggiatura e mi dedico alla scrittura in prosa: alcuni di questi testi sono pubblicati nella mia newsletter, nella quale in maniera del tutto aperiodica pubblico pensieri, testi e racconti brevi."
Si può quindi dire che sia il caso di fare il cosiddetto “nodo al fazzoletto” nell’attesa che si possa sciogliere il giusto riserbo sui nuovi progetti.