“Piovono Corvi" di Daniel Cuello, quattro chiacchiere con l’autore di questo graphic novel che continua nell’opera di evoluzione del suo universo narrativo

Personaggi che bucano la pagina e una narrativa di spessore sono alcuni degli elementi che trainano con successo questo nuovo graphic novel

Uno dei grandi pregi del medium fumetto è sicuramente quello di essere in grado di raccontare storie di grande spessore. Storie che magari i detrattori di vignette e balloon (nel 2025 ancora ce ne sono? ndr) non si aspettano. Storie che nascono dal giusto mix di idee e stili visivi che le rendono una lettura di pregio, nonché fonte di riflessioni profonde.

È il caso delle storie di Daniel Cuello, che con i suoi graphic novel – “Mercedes”, “Residenza Arcadia”, “Le Buone Maniere” – ha di recente creato un vero e proprio universo narrativo. L’ultima, in ordine temporale, è “Piovono Corvi”, edito sempre da Bao Publishing come i volumi citati precedentemente. Un racconto surreale che, con i suoi personaggi e con il ritmo avvolgente degli avvenimenti, che si susseguono pagina dopo pagina, tiene il lettore incollato dall’inizio alla fine. Ne abbiamo parlato con l’autore, alla scoperta dei dietro le quinte della lavorazione di questo volume.

PIOVONO CORVI, LE STORIE E I PERSONAGGI TRA NOVITÀ E CONVERGENZE DAL PASSATO

Daniel, cosa troviamo all’interno di “Piovono Corvi”?

“Forse più che soffermarci su cosa trovare in Piovono Corvi la domanda è “cosa cercare” in Piovono Corvi. È vero che la storia, i personaggi e il contesto li ho creati io, ma mi piace giocare con i ricordi, le con linee temporali, le analessi. Una metafora che faccio spesso, parlando delle mie storie, è che io metto un lenzuolo per terra, poi ci appoggio un vaso sopra e lo frantumo. A quel punto il lettore si ritrova dall’inizio della storia tanti cocci, pezzettini di qualcosa di indefinito per molte pagine: solo tirando un’estremità del lenzuolo i cocci si avvicinano tra di loro restituendo un’idea, una storia, una storia e vite intere. Solo verso la fine riesce ad intuire che forma poteva avere il vaso, in origine. Qual è la storia nel complesso.

Certo, questo richiede una lettura attiva e attenta, e questo (per me) è un plus. Esattamente come i ricordi di Zena, una dei protagonisti, forse LA protagonista, che per tutta la durata della storia deve raccogliere quei pochi pezzettini di ricordi che le sono rimasti, senza nemmeno sapere se ci può fare affidamento. O come i continui richiami ad un cambiamento climatico ormai fuori controllo nella zona geografica dove sono ambientati gli eventi (zona geografica già intravista in “Mercedes” e citata in “Le buone maniere”). O, ancora, i richiami al regime, il Partito, che dai tempi di “Residenza Arcadia” è una nuvola grigia sopra la testa dei vari personaggi, una nuvola sempre più opprimente minacciosa e pesante che influisce molto sulle loro azioni e decisioni. Non mancano come al solito ironia, sarcasmo, cinismo e tanti archi narrativi che a volte si chiudono e altre volte ne aprono di altri ancora. Una storia corale fatta di tanti personaggi ai confini di una nazione in frantumi di un vecchio vaso."

PHOTO CREDIT: "Piovono Corvi" di Daniel Cuello, Bao Publishing

PIOVONO CORVI, LA GIUSTA ALCHIMIA PER CREARE LA MAGIA

Sono storie che spesso parlano per metafore o per figure retoriche: quanto lavoro richiede riuscire a imbastire un racconto che si sviluppa in questo modo?

“È la parte più importante e che mi richiede più tempo. Studiare i personaggi, renderli reali ancora più che verosimili, i loro dialoghi, creare un’ambientazione che non sia solo uno sfondo ma un personaggio a tutti gli effetti è la parte più importante (e quella che mi diverte di più, per quanto mi piaccia anche solo disegnare). Direi che se 100 è il lavoro completo, pronto per la stampa, la costruzione della storia e delle tante vite che si incastrano è il 70% di quel 100. Dei due anni, il tempo che ci metto in media per uno dei miei fumetti, quasi un anno e mezzo è solo la costruzione della storia (storyboard compreso) il resto è una corsa sfrenata per finire in tempo i definitivi per la stampa.”

A proposito di sviluppi, con questo libro hai continuato a espandere un universo narrativo corale composto da diversi graphic novel. Com’è nato il tutto? Ci sono ispirazioni dalla vita reale?

“Le ispirazioni alla vita reale sono moltissime! Non solo alla mia vita personale, che lascio trapelare qua e la attraverso le parole pronunciate da qualche personaggio, ma è proprio una restituzione, talvolta molto tagliente, del mondo che ci circonda, senza nemmeno allontanarci troppo da casa nostra. Lo dico sempre: niente di ciò che racconto non è già accaduto in passato o sta accadendo nel presente da qualche parte. È da un po’ ormai che non considero più le mie storie distopie o ucronie, ma storie fin troppo reali. Per questo a volte fanno paura e risuonano molto in chi le legge, sentendole molto vicine. Non un realismo magico ma un realismo tragicomico.”

Anche i personaggi mostrano un grado di profondità importante per caratterizzazione, dai principali alle “comparse” presenti per qualche pagina. Quanto studio e lavoro ti è servito per crearli?

“Questa componente è forse quella a cui dedico più tempo e energie. I personaggi, come dicevo, non devono essere semplicemente verosimili, ma reali. Non nel senso che copio persone realmente esistenti, ma nel senso che chi li vede tra le pagine si deve chiedere “ma sono personaggi realmente esistenti”?

Caratterizzarli mi diverte moltissimo, divento come un vero e proprio profiler dell’FBI, divento i miei stessi personaggi, inizio a pensare come loro, con tutte le conseguenze che questo comporta. Lo smarrimento di Zena mi ha accompagnato per quasi due anni, così come la frustrazione di Attilio (seppur con una visione della vita, specialmente politica, molto diversa) è quella che provo molto spesso io stesso. In un certo senso delego molto di me ai mei personaggi. Per questo li tratto con estrema cura. Sono parte di me.”

Ci sono anticipazioni che puoi farci relativamente a un prossimo progetto? C’è già qualcosa in cantiere?

“Sì. Il pentolone è già sul fuoco. Ma mai e poi mai, tranne una piccolissima cerchia di persone, saprà di cosa tratterà il prossimo volume fino a quando non sarà quasi in distribuzione. Mi piace sorprendere.”

E allora noi pazienteremo, pronti a farci nuovamente sorprendere – e perché no, anche spiazzare, dalle novità in arrivo da Daniel Cuello.

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