"Poser" è il nuovo termine utilizzato dalla generazione Zeta: ecco cosa significa
Dopo “Cringe”, tra la generazione Zeta spopola il termine “Poser”. Se vi siete imbattuti in frasi del tipo “Sei un poser!”, ve ne spieghiamo il significato
Dopo “Cringe”, un nuovo termine spopola tra la generazione Zeta: si tratta di “Poser”. Se vi siete imbattuti in frasi del tipo “Sei un poser!”, ve ne spieghiamo il suo significato.
Tra la generazione Zeta spopola il termine "Poser"
“Poser” è un termine inglese che serve ad indicare “qualcuno che finge di essere ciò non è” e viene spesso usato per descrivere una persona che finge di essere appassionata a qualcosa come un genere musicale o uno stile, solo per piacere agli altri ma senza esserne davvero interessato.
Inizialmente la parola veniva utilizzata nell’ambito del metal per indicare coloro che aderivano alla “moda estetica” di questo genere musicale, senza nutrire in realtà una vera passione per il metal.
“Dici tanto di essere appassionato al metal, ma non sei mandato ad un concerto, sei un poser!“.
Il termine è ad oggi molto utilizzato anche in Italia diventando di uso comune anche nell’ambito musicale come con gli Psicologi che cantano “L’amore ai tempi dei Poser“, o con i Negrita e il loro brano “Poser” in cui il gruppo critica una parte del web e della televisione orientata solo al mostrarsi, senza in realtà avere nulla di profondo da dire.
“Cringe”, il termine coniato dalla generazione Zeta: cosa significa
Prima di "Poser", ha fatto parlare molto di se la parola “Cringe” che è poi stata ufficialmente riconosciuta dall’Accademia della crusca (l’istituzione italiana che raccoglie gli studiosi e gli esperti di linguistica e filologia). Il termine si può utilizzare sia per esprimere una sensazione di imbarazzo o quando si suscita imbarazzo, sia come sinonimo di 'imbarazzante' per descrivere dei comportamenti che suscitano disagio.
“Cringe” deriva dall’inglese To cringe che significa tra le altre cose “umiliarsi, rabbrividire, rannicchiarsi, indietreggiare dal disgusto”. Dalla parola derivano anche il superlativo assoluto cringissimo, il verbo cringiare e il femminile cringiata.
La nascita della parola
Il termine “Cringe” ha cominciato ad affermarsi in Italia nel 2012 su Twitter:
“E a me sembra di essere ad un appuntamento con mio fratello […] brrrrr #cringe“.
Già nel 2011, però, (in riferimento al genere cinematografico americano “cringe comedy”) durante un’intervista, il regista Alessandro Genovesi presentava così il suo film “La peggior settimana della mia vita”:
"Gli americani catalogherebbero il tipo di commedia che ho scelto nel filone cringe che letteralmente significa accucciarsi e sta ad indicare una comicità 'imbarazzante', tutta drammaturgicamente incentrata e messa in scena su gag a ripetizione che portano avanti la storia".
A partire da quell’anno si trovano poi alcune attestazioni in italiano di “cringe comedy” inteso come genere cinematografico che si basano su una tipologia di umorismo che fa ridere gli spettatori di cose parecchio imbarazzanti. Ma le prime attestazioni del termine “cringe” col significato di ‘imbarazzante’, si possono rintracciare ufficialmente a partire dal 2012.
Successivamente, in particolare tra il 2015 e il 2016, sono diventati virali sul web diversi video intitolati “Try not to cringe”: consistevano in raccolte di filmati che immortalavano situazioni imbarazzanti o assurde e che generarono una serie di challenge dal titolo “prova a non cringiare”, che invitavano gli sfidanti a non provare disagio o imbarazzo nel guardare determinati video. La parola cringe è ad oggi super diffusa in rete, sui social network e sulle piattaforme di streaming e video come YouTube e Twitch ed è utilizzata sia come sostantivo che come aggettivo.