Quella di “Silent Hill 2 Remake” possiamo definirla sicuramente una storia da film romantico. Badate, quella del videogioco in quanto tale, non la trama dello stesso. Quella è tutta un’altra storia.
Pensiamoci: parliamo di un videogioco che arriva nel 2001, a distanza di due anni dal primo capitolo (1999), e fa innamorare tutti. Ci sono altri capitoli che gli succedono, con fortune alterne, fino al 2012. Con “Silent Hill: Downpour”, uscito proprio nel 2012, il franchise di Konami viene messo in standby e riposto in un cassetto. A volte mettere a riposo una serie è utile a riportarla sugli scaffali con nuove idee e contenuti intriganti. Ma dopo oltre un decennio tutto taceva.
Almeno fino all’annuncio di Silent Hill 2 Remake, avvenuto nel mese di ottobre 2022. Due anni che hanno separato i fan da un momento tanto atteso, quello di percorrere nuovamente le nebbiose strade della cittadina statunitense. Ma è un gioco”rispettoso” della tradizione quello portato sugli scaffali dagli sviluppatori di Bloober Team? Scopriamolo insieme.
NEBBIA, QUANTO CI ERI MANCATA…
Un’operazione nostalgia, quella di Silent Hill 2 Remake, ma anche un lavoro di fino utile a svecchiare un franchise con un venticinquennio sul groppone. E venticinque anni, nel mondo dei videogiochi, sono un’infinità di tempo, un traguardo riservato solo a pochissimi eletti.
E allora cosa si fa quando si ha a che fare con un pezzo di storia del mondo dei videogiochi? Ovviamente si lavora nel massimo rispetto della tradizione. Si dice che “squadra che vince non si cambia”, e nel caso dei videogiochi la “squadra” è la trama, uno dei punti fermi che torna bene inamidata in Silent Hill 2 Remake.
Il protagonista è James Sunderland, un uomo che ha perso la moglie a causa di una malattia tre anni prima degli eventi che innescano la trama del videogioco. E se la moglie non fosse effettivamente deceduta? Una domanda lecita da porsi nel momento in cui James si vede recapitata una lettera in cui la sua Mary gli chiede di raggiungerlo nel loro posto speciale. A Silent Hill.
Quasi un dovere per l’eroe senza macchia e senza paura, che parte senza voltarsi indietro per mettere assieme i pezzi di un puzzle assai contorto. Avvolti dalla foschia, marchio di fabbrica della serie, saranno tante le cose disturbanti che si pareranno sul cammino di James. E, di riflesso, sul nostro. Stiamo pur sempre parlando di un gioco iconico per il genere horror, che ha ispirato tante produzioni negli ultimi anni (chi ha detto “Stranger Things”?). E le nuove tecnologie a disposizione degli sviluppatori hanno permesso passi in avanti importanti anche sotto questo punto di vista.