Algoritmo social e opere d’arte
L’algoritmo che governa i social si scontra con l’arte. È questa la situazione che da un po’ di tempo si sta verificando in rete. Sempre più musei e art sharer hanno denunciato la pratica dei social che censurano opere d’arte dal valore inestimabile a causa delle nudità, contenuti che vengono bollati come “inappropriati”.
Vienna crea un account su OnlyFans per promuovere l’arte
L’esempio più eclatante è di pochi giorni fa. A Vienna, l’Ente del Turismo, dopo tante segnalazioni da parte dei musei della città, ha deciso di aprire un account su OnlyFans. Esatto, avete capito bene: si tratta del famoso sito per adulti che offre intrattenimento esplicito tramite abbonamento. La scelta è ovviamente provocatoria e fa già tanto parlare di sé. L’account è stato aperto per pubblicizzare le opere di Egon Schiele, Richard Gerstl, Koloman Moser e Amedeo Modigliani che non riescono proprio a passare il vaglio dell’algoritmo. Capolavori conservati, naturalmente, nelle pinacoteche pubbliche della capitale austriaca.
A questo punto diventa quasi impossibile per un museo promuoversi sui social attraverso questa tipologia di opere. La portavoce dell’Ente del Turismo di Vienna ha citato come esempio anche l’artista livornese Modigliani: “Una mostra all'Albertina di Modigliani, è impossibile da promuovere sui social a causa della natura esplicita del lavoro dell’artista”. Di certo, il gesto di creare un account su OnlyFans è stato compiuto dall’Ente del Turismo viennese come atto estremo per farsi ascoltare: “Finalmente questo fornisce un’opportunità per mostrare le opere d’arte senza incorrere nella censura. Questa nostra iniziativa di marketing non è la soluzione definitiva, ma vogliamo difendere i nostri valori e le nostre convinzioni. E far conoscere i nostri capolavori ai turisti”. Così commenta la portavoce.
Di certo questo gesto provocatorio ci fa pensare: è davvero necessario continuare con queste limitazioni?
Arte e censura su RTL 102.5 News
Ne abbiamo parlato su RTL 102.5 News con Susi Mastracchio, art sharer, che ci ha raccontato in una intervista (rivedi qui l’intervista a Susi Mastracchio), come questo fenomeno sia sempre più diffuso, esprimendo la difficoltà di chi con l’arte lavora sui social: “Noi art sharer non possiamo liberamente condividere immagini, che poi sono opere d’arte a tutti gli effetti, da sempre la nudità è stata nell’arte”.
E sul perché ci sia questa situazione risponde così: “ L’algoritmo non distingue un nudo artistico da un nudo pornografico e per tutelare gli utenti chiude il post e lo segnala. A volte si può fare ricorso ma non sempre l’algoritmo riconosce che è un opera d’arte. Principalmente perché dietro non c’è un team di persone fisiche ma una macchina”.
Cosa possiamo fare? “Continuare a postare le opere d’arte apponendo delle piccolissime censure come dei bollini che però non vadano ad invadere le opere e che la rendano comunque riconoscibile. In questo modo non c’è il rischio di essere bannati e si dà risalto all’opera”.