Tales of Graces F Remastered, il ritorno della serie con un gioco di ruolo di stampo nipponico che ci riporta a più di dieci anni fa

Una riedizione che stuzzica i fan della serie Bandai Namco e che può far gola alle nuove generazioni, alla riscoperta del genere dei JRPG

Gli ultimi anni hanno permesso di assistere a una tendenza sempre più frequente per quanto concerne le uscite videoludiche. Stiamo parlando delle remaster, riproposizioni – in chiave rivista e corretta – di videogiochi che, quando uscirono la prima volta, sono finiti per diventare rappresentativi all’interno della propria generazione di console di riferimento.

Parliamo di titoli di grande richiamo, capaci di installarsi in pianta stabile nei cuori e nella memoria degli appassionati. Se da un lato è vero che alcuni ricordi è meglio custodirli gelosamente nella propria memoria, dall’altro è anche vero che, al pari di un buon vino, anche con i videogiochi, con il tempo, si può assistere a un miglioramento. Soprattutto se “l’invecchiamento” avviene su console di ultima generazione come quelle contemporanee, dotate di una potenza computazionale invidiabile.

E allora ben vengano riproposizioni come quella di “Tales of Graces F Remastered”, titolo targato Bandai Namco originariamente arrivato sul mercato nel 2012 e che, a distanza di tredici anni, torna a far parlare di sé.

ESTETICA ANIME

Gli ingredienti per un videogioco di successo, in Tales of Graces F Remastered, già nel 2012 c’erano tutti. Una storia con la giusta dose di misteri, da svelare progressivamente. Un’ambientazione finemente caratterizzata, in grado di trasportare i videogiocatori in luoghi da favola. E le immancabili “zone d’ombra”, come i continui conflitti che affliggono il regno. Al tutto aggiungiamoci un sistema di gioco ben strutturato, tra battaglie e livellamento delle caratteristiche dei personaggi.

Parliamo di un gioco di ruolo d’azione dove ogni elemento è stato pensato per offrire agli utenti un’esperienza di gioco bilanciata sotto tutti i punti di vista. Alla guida di un gruppetto di intrepidi personaggi, che cresceranno con il susseguirsi degli eventi e con lo scorrere del tempo, ci si muove all’interno di un mondo di gioco fatto di scorci paesaggistici bucolici altamente suggestivi. Anche solo girovagare per le ambientazioni, per quanto non stiamo parlando di un free roaming di nuova concezione, rappresenta una fonte di sano relax.

E proprio l’aspetto estetico di Tales of Graces F Remastered costituisce una delle principali frecce all’arco del gioco targato Bandai Namco. Lo stile richiama infatti l’estetica degli anime, i cartoni animati giapponesi. E lo fa tanto nelle sequenze cinematiche, in cui i protagonisti si districano tra le trame intessute dal team di sviluppo, quanto nelle sequenze in-game. Seppure in quest’ultimo caso si assista alle dovute differenze grafiche, con i disegni che lasciano il passo ai modelli poligonali dei personaggi.

PHOTO CREDIT: "Tales of Graces F Remastered", Bandai Namco

LA STRATEGIA È TUTTO

Messo da parte tutto quanto concerne l’aspetto visuale di Tales of Graces F Remastered, è più che doveroso concentrarsi su quello contenutistico del titolo Bandai Namco. Soprattutto considerando la quantità e qualità di cui è infusa la produzione, che a distanza di tredici anni si mostra più in forma che mai.

Il sistema di combattimento risulta essere snello ma al contempo richiede il giusto grado di pianificazione per raggiungere risultati ottimali nel corso delle battaglie. Le azioni dei personaggi, tanto in fase di attacco quanto semplicemente di movimento, consumeranno risorse. Queste ultime, una volta esaurite, necessiteranno del giusto tempo per ricaricarsi. E con questa premessa che poi si dovranno fare le proprie scelte. A partire da tutti gli elementi con cui si attrezzano i personaggi, in grado di garantire i potenziamenti del caso ognuno nel suo ambito di competenza. D’altronde stiamo pur sempre parlando di un gioco di ruolo dallo stile giapponese, in cui nulla è lasciato al caso.

In sostanza Tales of Graces F Remastered è un gioco che possiamo dire sia invecchiato molto bene, e che porta con sé fieramente le rughe del passato. Il team di sviluppo al lavoro su questa riedizione ha sì limato le asperità, ma ha rispettato lo spirito dell’originale. Con l’aggiunta della localizzazione in italiano per quanto riguarda i sottotitoli.

E questo rappresenta sicuramente un plus per un gioco che mira sostanzialmente a riportare in auge un videogioco d’altri tempi appannaggio della nuova generazione di videogiocatori. E, perché no, anche per chi a suo tempo se lo fosse perso.

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