Tedua difende Shiva: “Noi veniamo dalla strada, non giudicateci”
Emblematico il dissing tra Fedez e Emis Killa. La scena rap si divide tra chi mostra solidarietà e chi condanna
Il rap, come la trap, è nato in America e negli ultimi decenni è stato adottato anche dall’Italia. Ma fino a questo momento era stata un’importazione selettiva: ritmo, stile, outfit ma si era lasciata fuori la parte più cruenta, come le risse tra gang rivali. Negli ultimi mesi invece la cronaca nera si è ferocemente ritagliata il suo spazio nel panorama musicale, accantonando il lato che più ci appassionava: quello artistico.
Il riferimento è inevitabilmente alle due condanne arrivate oggi per Simba La Rue e Baby Gang (per aver preso parte ad una sparatoria nel centro di Milano nella notte tra il 2 e il 3 luglio 2022) ma anche al tanto discusso arresto di Shiva che dovrà rispondere alla legge per tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco ed esplosioni pericolose.
Il dissing tra Fedez e Emis Killa
La scena rap si è spaccata sulla triste vicenda di Andrea Arrigoni (Shiva). C’è chi lo ha difeso da subito con messaggi di solidarietà sui social, come Emis Killa, e chi invece è andato all’attacco condannando quanto fatto, come Fedez. Federico non si è limitato a riportare i fatti ma si è anche dissociato da chi ha espresso solidarietà al trapper ventiquattrenne: “Lei immagini un ragazzino che segue tutta la scena rap e vede non solo ragazzini, ma anche gente che ha 30, 40, anche 50 anni, che magari hanno famiglia e figli, dire Shiva Libero come se fosse un Julian Assange. - prosegue Fedez nel suo Muschio selvaggio - Questa cosa può portare a una percezione totalmente sbagliata del mondo, secondo me”.
Così Emiliano che precedentemente aveva espresso il suo malcontento nel vedere “un giovane di talento nelle grinfie dello Stato” ha invitato Fedez a frequentare solo influencer e a non nominarlo più quando “vuole pulirsi la faccia in pubblico”.
Le parole di Tedua
In uno dei suoi ultimi live al Forum d’Assago anche Tedua, accompagnato sul palco da Paky, ha voluto dire la sua: “Voglio sentire tanto calore anche per Shiva che so che divide la piazza. Non siamo qua a fare i giudici. Voglio solo il calore per un ragazzo che sta passando un brutto momento», dice Tedua ottenendo il boato del pubblico. E fin qui le parole di Mario risultano anche comprensibili ed equilibrate, finché non aggiunge: «noi veniamo dalla strada, abbiamo tutt’altro modo di ragionare, non giudicateci e noi non giudicheremo».
"Venire dalla strada"
Questo “noi veniamo dalla strada” in effetti suona vano e inflazionato ma soprattutto non può essere utilizzato come una giustificazione alla violenza e all’illegalità. Venire dalla strada può avere anche un’accezione diversa, può significare avere più determinazione degli altri perché c’è tutto un background da dover riscattare e allo stesso tempo avere anche più responsabilità, che un artista che parla a milioni di persone non dovrebbe mai sottovalutare. E allora a tutte queste fazioni proviamo a rispondere con la visione di un altro rapper, Rocco Hunt, che così scrive in Come hanno fatto tutti: “La strada mi ha insegnato tanto, non come rubare ma come frugare nei sogni di un altro”. Una visione che segue una linea che appassiona decisamente di più, rivolta al futuro e al rispetto della vita.