Ultimo: genesi e significato di “Alba”
Torna a esibirsi sul palco dell’Ariston a distanza di quattro anni con il brano “Alba” andiamo ad analizzarne il testo e scovarne il significato
Già dato come favorito da molti, ma considerando l’epilogo dell’ultima volta quando tutti avrebbero scommesso sulla sua vittoria, questa volta non vuole sentir parlare di pronostici, e forse è meglio non farli. Stiamo parlando di Ultimo e del suo brano in gara a Sanremo.
ALBA: GENESI DEL BRANO
Il brano è quasi una poesia in musica, una delle sue ballad che fanno innamorare il suo pubblico. Questa volta però varia l’oggetto della canzone perché si rivolge alla parte più intima di se stesso dopo aver ritrovato l’amore e la felicità.
Sia testo sia musica sono stati scritti da Ultimo stesso e verranno pubblicate sotto la sua etichetta Ultimo Records e la descrive così: “So bene che una canzone per molti resta una canzone, ma io rimango nella mia bolla, dove una musica e un testo rimangono le migliori armi che ho per riuscire a vincere il tempo. Alba è una canzone con cui spero di risvegliare, anche solo per un breve momento, quella nostra parte primitiva dentro di noi, che viene da lontano, quando eravamo altro. Perché questa vita non è tutto quello che abbiamo, c’è molto di più dentro ognuno di noi”. Già annunciata anche l’uscita del video ufficiale, prevista nei giorni del Festival, andiamo ad analizzarne il significato.
ALBA: SIGNIFICATO DEL BRANO
Il significato del brano lo ha descritto lui stesso in un post su Instagram: “Alba è una canzone che disegna una connessione con la parte più nascosta di me. Quella parte che tutti abbiamo, ma che tendiamo a perdere di vista dato il continuo “inquinamento” che quotidianamente riceviamo dall’esterno. Sono andato laggiù, in quel posto lontano che spesso ci dimentichiamo di avere”, poi va a sottolineare la continua ricerca di un qualcosa che non ci appartiene come alla ricerca di una perenne essenza dell’esistenza stessa: “Tutti noi, a prescindere dal lavoro che facciamo, vorremmo essere anche qualcosa che non siamo, e questa sana insoddisfazione ci porta sempre a voler dare quel qualcosa in più, a voler scoprire cosa c’è oltre quel muro che ci tiene spesso anestetizzati”.